
Il linguaggio ha una realtà manifesta accessibile e conoscibile che trae però le sue radici in una realtà psichica. Qui di seguito si illustrano brevemente le tappe dello sviluppo del linguaggio così da poter avere dei riferimenti temporali.
Il linguaggio articolato si sviluppa con regolarità. Tre sono le tappe fondamentali:
- il pre-linguaggio, compreso dai 12-13 mesi fino ai 18 mesi;
- il piccolo linguaggio, che emerge fra i 10 mesi e i 2 anni e mezzo/3 anni;
- il linguaggio vero e proprio a partire dai 3 anni.
A 12 mesi il bambino ha una produzione prettamente di tipo vocalica definita lallazione, poi si arriva alle prime 5/10 paroline. Il significato dipende dal contesto gestuale, mimico o situazionale e in genere accompagna l’azione, la enfatizza, ma non si sostituisce ancora ad essa. Successivamente il bambino entra nella fase della “parola-frase”, cioè utilizza una parola per il tutto.
Intorno ai 18 mesi emergono le prime frasi espresse come la combinazione di due parole-frasi; il sistema fonologico (la giusta combinazione e ordine dei suoni di una parola e la sua pronuncia) rimane ancora non completo.
Molto importante è la comparsa del “No” che introduce il bambino nei primi maneggiamenti concettuali e nelle prime opposizioni semantiche “di senso” e di autodeterminazione.
A 2 anni la produzione può arrivare ad un numero di 200 parole con grandi variabilità individuali sia per età d’insorgenza che per rapidità.
Successivamente l’organizzazione linguistica si struttura sempre di più. Il “baby talk” così detto dura alcuni mesi ed è caratterizzato da semplificazioni articolatorie, fonologiche – fonemiche e sintattiche.
Con l’introduzione dell’Io a 3 anni inizia la fase di espansione; infatti, tra i 3 anni e i 5 anni i bambini arricchiscono il loro linguaggio sia a livello quantitativo arrivando a 1.500 parole circa e anche a livello qualitativo arrivando alla completa intellegibilità diventando sempre di più mezzo di conoscenza.
Linguaggio come sostituto dell’esperienza diretta fino alla progressiva sparizione della ridondanza con l’azione e/o con il gesto, un avvicinarsi sempre di più alla simbolizzazione. Tra i 4 e 5 anni, poi, l’organizzazione sintattica (la composizione della frase in termini grammaticali) del linguaggio diviene sempre più complessa e il bambino può fare a meno di qualsiasi supporto concreto per comunicare, arriverà a utilizzare le subordinate, il condizionale, le alternanze passando così dal linguaggio implicito al linguaggio esplicito.
Quando sono necessari interventi specialistici? Proviamo a capirlo insieme
Cosa fare se ci si accorge che nostro figlio ha delle difficoltà nello sviluppo del linguaggio? Naturalmente è importante parlarne con il pediatra di fiducia, che sicuramente saprà darvi delle indicazioni più precise in merito alla fase di sviluppo in cui si trova il bambino.
Ma, qualora voleste andare più a fondo e capire se realmente esiste un problema in questo senso vi diamo dei suggerimenti.
Il Servizio dedicato che si occupa di questo campo di cura è il TSMREE – Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione dell’Età Evolutiva – presente in ogni Distretto Sanitario (Es. per il Distretto di Monterotondo – Mentana e Fonte Nuova si trova a Mentana), a cui potete rivolgervi per una presa in carico che comprenderà una valutazione clinica della problematica presentata al fine di arrivare ad una diagnosi certa su cui poi, poter intervenire adeguatamente.
Nel TSMREE sono presenti varie figure professionali, quali il Neuropsichiatra Infantile, lo Psicologo, l’Assistente Sociale, i vari terapisti (Logopedisti e Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva etc.) che lavorano sinergicamente per supportare il bambino e la famiglia che portano una problematica clinica del minore.
Il Servizio del TSMREE è di pertinenza del SSN per cui è totalmente gratuito. (Per un approfondimento dei servizi offerti dal TSMREE si rimanda ai siti delle varie ASL).
Ecco cosa fare se non potete attendere
Un ulteriore consiglio che possiamo fornirvi riguarda le liste di attesa. Se avete urgenza di far valutare vostro figlio per capire se c’è o no realmente un problema, e i tempi del TSMREE per la presa in carico sono troppo lunghi, potete provare a rivolgervi a un ospedale. I migliori in questo campo sono il Bambin Gesù, il Gemelli, il Policlinico Umberto I. Oppure trovare un professionista privato – nello specifico dei Disturbi di Linguaggio è il Logopedista-, che possa vedere e valutare vostro figlio per poi capire insieme il miglior percorso per aiutarlo.
Queste brevi informazioni possono essere utili per capire in quale fase evolutiva è il vostro bambino ricordandovi sempre che ogni forma di espressione del bambino è una comunicazione: anche il vagito dei primi mesi di vita, per cui fondamentale è la vostra risposta.
Il neonato ha una sua identità fin dal primo momento, quello cioè della venuta alla luce e pertanto, grazie al rapporto con l’adulto potrà sviluppare le sue capacità e colmare la carenza tipica della fase evolutiva. Il bambino non è una tavoletta di cera, non è un animaletto ma è un essere umano.
Il suo pensiero inizialmente è un linguaggio fatto di immagini e di affetti che presto si trasformerà in parole. Il nostro è l’unico linguaggio che ha una trasformazione. Cosa che non avviene né per la pecora che belerà per tutta la vita, né per il gatto che miagolerà per tutta la vita, né per il cane che abbaierà per tutta la vita. Non esitate a rivolgervi ai Servizi Territoriali o a professionisti specializzati, per trovare nel più breve tempo possibile una soluzione che possa aiutare il vostro bambino.
Articolo a cura delle dr.sse Fulvia Moriconi, Assistente Sociale Specialista e Agnese Pelagaggi, logopedista.
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