Perché il METAVERSO NON è Facebook

Perché il METAVERSO non è Facebook?
Da diverse settimane anche in Italia si parla molto di Metaverso…

Ma che cos’è di preciso questo Metaverso?

Se ne parla tanto, ma in molti casi in maniera fuorviante. Questo soprattutto perché l’azienda di Facebook ha cambiato nome e ora si chiama META.
Ma…
Metaverso – Facebook è un binomio forzatissimo e quindi parziale.

Il verso del Metaverso - La Ragione

Per capire meglio di cosa si tratta, bisogna quindi pensare a Internet e alla storia di Internet. Dire che Facebook è un Metaverso sarebbe come dire che il Web è internet, oppure che Gmail, Instagram, Facebook sono internet. Questo perché spesso confondiamo la tecnologia con le sue applicazioni.
Le applicazioni nascono in conseguenza alla nuova tecnologia, che nel caso di internet (e del Metaverso) si definisce come infrastruttura.
Infatti Internet esiste anche senza il Web e i browser come Google Chrome, servono ad agevolare la navigazione e costituiscono uno dei motivi del successo del Web.

Se Internet è nato negli anni della Guerra Fredda, possiamo veder nascere il Web solo negli anni Novanta, al CERN di Ginevra.

Dunque, il Metaverso non sarà solo un mondo di avatar che interagiscono tra loro, ma qualcosa che ancora non possiamo realmente capire; come inizialmente non si percepivano le potenzialità di Internet, non si può realmente prevedere cosa comporterà questa nuova tecnologia rivoluzionaria.

Un altro errore simile? Parlare di Bitcoin, la criptovaluta, confondendolo con la tecnologia che sta alla base: la Blockchain.

Si parla di rivoluzione tecnologica quando l’inizio di qualcosa determina la fine di qualcos’altro, non la sua modifica.

Pochi oggi ne parlano, ma per dare vita al Web, Tim Barners-Lee ha dovuto comprendere a pieno cos’è l’Ipertesto, teorizzato ancor prima da Ted Nelson. Ma chi è il rivoluzionario tra i due?

Cosa possiamo fare

Sicuramente essere realmente informati, e soprattutto non restare chiusi mentalmente. Anche quando è nato Internet infatti, molte persone non erano convinte al 100%, altre pensavano fosse qualcosa solo per istituzioni universitarie. Questo perché la nuova tecnologia, basata su protocolli standard TCP/IP, si era potuta diffondere tra gli studenti grazie alla commutazione di pacchetto anziché di circuito. Questo significa che non bisognava più pagare a consumo, ma si poteva accedere ad internet tramite un costo fisso mensile. Le università pagavano l’abbonamento al provider e gli studenti beneficiavano del servizio grazie al pagamento delle tasse universitarie.

La commutazione di pacchetto fa si che si possa percepire internet come illimitato e dunque “internet c’è sempre, e ovunque”. A sua volta, il Metaverso difficilmente può essere concepito senza questo pensiero.

L’Ipertesto come base del Metaverso

Metaverso: cos'è e come evolverà nel 2022

Alla base del Metaverso c’è la stessa idea che ha dato vita al Web: l’Ipertesto, o meglio, il concetto di ipertestualità che nasce da un filosofo e sociologo: Ted Nelson, che non a caso è figlio di un regista cinematografico.

Negli anni Sessanta Nelson elaborò il progetto Xanadu, che contiene l’idea di ipertesto informatico, cioè della possibilità di collegare tra loro diversi documenti elettronici aventi caratteristiche comuni. Il progetto comprendeva anche la creazione di un’interfaccia utente semplice da usare. Nelson pubblicò il “documento“: un universo di documenti supportati da una rete di migliaia di computer distribuiti in tutto il mondo. Una rete a cui ogni utente può accedere con un’identità univoca e riconosciuta.

Negli anni Novanta il giornalista Gary Wolf in Wired narra di Nelson e del suo progetto definendolo “la più lunga vicenda di vaporwave nella storia dell’industria informatica”… Wolf vedeva Nelson come un utopista fallito!

Credit: Getty Images/Samuel Dietz
Ted Nelson


Il sistema che puntava a realizzare il filosofo doveva essere in grado di riprodurre la complessità, la velocità e soprattutto l’imprevedibilità del ragionamento umano, con la sua particolare caratteristica di creare analogie e operare secondo collegamenti. Nelson è il primo a parlare di ipermedialità.
Dunque, se è vero che il web ha bisogno di Internet, il Metaverso sembra la naturale conseguenza della fusione di entrambi e dunque un ipertesto che, dopo essere diventato ipermediale, si trasforma in un mondo virtuale imprevedibile e complesso che darà vita a una nuova pluralità di cose ad oggi inconcepibili.


Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo sui social!

Continua a seguirci su
IlTerritorio.net

Commenta per primo

Rispondi