Emerge un pavimento antico a Fiano Romano: di cosa si tratta?

pavimento cosmatesco

A Fiano Romano, in provincia di Roma, emerge un pavimento antico all’interno della chiesa di Santo Stefano Vecchio. Grazie allo studio di Nicola Severino, scopriamo in questo articolo di cosa si tratta!


La Chiesa di Santo Stefano Vecchio

Santo Stefano Vecchio è una chiesa medievale sconsacrata, oggi di proprietà privata, situata al di fuori del centro di Fiano Romano.
Abbiamo parlato della storia di questo interessante borgo in un precedente articolo, ma soprattutto del bellissimo tesoro medievale che la chiesa ospitava: un ciborio medievale.

Da alcuni elementi come quest’ultimo intuiamo l’importanza di questa chiesa, dove si svolgevano le cerimonie più importanti, fin quando cadde in disuso a causa della sua posizione decentrata. Anticamente cenobio benedettino, in stile romanico con pianta basilicale, la chiesa viene rimaneggiata nel XVIII secolo.
All’interno lo spazio è suddiviso in tre navate, scandite da colonne in granito con capitelli di diversi stili e un pilastro centrale per parte. All’esterno invece il grande portale, ai cui lati troviamo due candelabri tortili con spirali d’alloro.

La presenza del ciborio cosmatesco, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York, ha fatto intuire che la chiesa era dotata di tutte le suppellettili medievali che si producevano all’epoca dei marmorari romani, anche detti “Cosmati”.

ciborio fiano romano Metropolitan Museum of Art
New York
Il Ciborio di Fiano Romano
Metropolitan Museum of Art
New York

I Cosmati

I Cosmati, di cui si ricordano sette membri, avevano varie botteghe. Il nome deriva infatti da due artisti appartenenti a due famiglie parallele, ma indipendenti: Cosma di Jacopo di LorenzoCosma di Pietro Mellini.
Parliamo di ben quattro diverse generazioni di marmorari, tra il XII e il XIII secolo, famosi per i loro lavori architettonici, per le sculture, ma soprattutto per i mosaici e le decorazioni realizzate prevalentemente in luoghi ecclesiastici.
Da Cosmati deriva quindi l’aggettivo “cosmatesco”, per indicare un tipo specifico di decorazione: con “pavimenti cosmateschi” ci si riferisce infatti alla tipologia diffusa in molte chiese romane e del Lazio.

Il pavimento cosmatesco

Di recente il pavimento musivo cosmatesco ha ritrovato luce. Si tratta di alcuni lacerti riferibili ad opere cosmatesche della fine del XII e i primi decenni del XIII secolo. Secondo Nicola Severino può trattarsi di un litostrato ( mosaico pavimentale costituito da pezzi di marmo e di pietra colorati e inseriti su di un fondo di tessere irregolari di calcare bianco ) completamente manomesso, cioè ricostruito in modo approssimativo.
L’opera originale sarebbe dunque andata completamente perduta. Infatti le tessere sembrano accostate arbitrariamente e pressate nella malta sottostante, che di conseguenza fuoriesce tra le larghe fughe del mosaico.

Attribuzione dell’opera: Iacopo di Lorenzo o Cosma?

Il riquadro centrale mostra la metà di quello che poteva essere l’originale, sebbene ricostruito, cioè una piccola ruota con una relativa mezza fascia circolare musiva, tipicamente cosmatesca, di quadratini disposti di punta, alternati a
triangoli. Tessere di serpentino, porfido e vari altri marmi in sostituzione del giallo antico andato perduto. La losanga al centro della ruota è l’indizio più forte che può farci attribuire con una certa sicurezza il lavoro pavimentale alla bottega cosmatesca di Iacopo di Lorenzo o di Cosma
.

Il disco interno di una ruota, scomposto in 4 losanghe oblunghe che formano la stella a 4 punte, è una delle firme della famiglia di Lorenzo (Anagni, Ferentino, Civita Castellana, molte chiese di Roma e del Lazio…). Per quanto può vedersi dagli elementi lapidei e da queste piccole tracce, dovrebbe trattarsi di un’opera realizzata durante il pontificato di Innocenzo III.


Conoscevi già la Chiesa di Santo Stefano Vecchio a Fiano Romano? Sapevi dei suoi pavimenti antichi cosmateschi?
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