Palazzo dei Monaci a Capena: una storia da raccontare

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Palazzo dei Monaci, un antico edificio situato nel centro storico di Capena, Comune in provincia di Roma.
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Visitare Capena: Palazzo dei Monaci

Il Palazzo è situato a Capena, Comune in provincia di Roma e antica città dalle origini molto antiche! In realtà infatti, il vero centro antico si trova sul Colle della Civitucola.
Siamo nel centro storico dell’attuale Capena, precisamente nella bellissima Piazza del Popolo. Da qui si accede al maestoso Palazzo dei Monaci.

Il palazzo dei Monaci, meglio conosciuto come la “Rocca” di Capena, poggia su un’antichissima base di tufo, fornendo in antichità rifugio durante le guerre e le invasioni. Se non se ne conosce l’esistenza, per chi arriva da fuori, si rischia di perdere una visita davvero unica. Oggi è un intarsio di vicoli, fiori, piccoli appartamenti e piazzette medioevali. Da qualche anno questo gioiello si è arricchito di opere artistiche, di ispirazione Gaudiniana, che si inseriscono perfettamente in un contesto così differente. L’accesso al palazzo è possibile da due differenti ingressi, ed è possibile compiere una memorabile passeggiata al suo interno. La sera, la Rocca si illumina completamente, garantendo un’atmosfera incantata.”

Le origini

Siamo nell’Alto Medioevo e precisamente nel marzo del 1081, quando Papa Gregorio VII, con una bolla, concede il possesso del territorio di Leprignano al Monastero Benedettino di S. Paolo. Qualche anno prima, nel 1040 il castello era stato occupato con la forza da Teobaldo da Cencio.

Il suo nucleo primitivo è oggi chiamato in parte “la Rocca” e in parte “Paraterra” ed è costituito da un imponente tallone di tufo, con pareti molto scoscese.
La seconda fase di costruzione, è dunque di epoca rinascimentale come risulta dalla data posta sulla bugna del portale di ingresso: 1599.
Nel tardo rinascimento il palazzo assume l’aspetto attuale, perdendo quasi totalmente le caratteristiche difensive originarie. Si costruisce, in relazione alla piazza antistante creata contemporaneamente, un secondo accesso al palazzo.

L’epoca contemporanea

Nel 1877, i beni del Monastero di San Paolo vengono messi all’asta in seguito alla soppressione degli Enti morali ecclesiastici. Così, Antonio Giannuzzi e Francesco del Papa acquistano la tenuta di Santa Marta, l’ex feudo di Leprignano inclusa la porzione del Palazzo dei Monaci. L’altra parte resta alla Basilica di San Paolo.
Quest’ultima affitta al Municipio di Leprignano un locale da destinare a scuola maschile nel 1884 e altre stanze per la scuola elementare e gli uffici comunali dal 1921 al 1929.
Tra il 1930 e il 1945 il Comune di Leprignano, ribattezzato Capena, occupa parte del palazzo per ospitare le famiglie evacuate dal rione Paraterra (a rischio di crolli). Da questo momento iniziò una lunga controversia con la Basilica di San Paolo, che nel 1946 vende definitivamente l’edificio a una serie di privati, frazionandolo in più unità immobiliari.
La decadenza dell’edificio, iniziata alla fine del XIX secolo, si accentuò nel secondo dopoguerra. Alcuni lavori di ristrutturazione successivi modificarono le caratteristiche tipologiche ed architettoniche originarie.  Attualmente è interamente di proprietà di privati.

Descrizione e funzioni

L’accesso al palazzo è costituito da una moderna rampa in cemento, che riprende l’antico ponte levatoio. Una pavimentazione a raggera di sampietrini e cotto è situata all’ingresso, dove sulla destra troviamo una scala cordonata scavata nel tufo. La pavimentazione è in parte a tufelli e in parte a “opus spicatum”.
Il piano superiore, il primo, è diviso al centro da un corridoio, unico punto di attraversamento dell’antico muro romano.
Quest’ultimo è stato inglobato all’interno del Palazzo ed è viva testimonianza delle origini antiche del luogo.

Grazie alle descrizioni scritte dagli stessi monaci, nei contratti di affitto stipulati nel XIX secolo, è possibile ricostruire la destinazione dei diversi ambienti in quel periodo. Al primo piano si trovavano i magazzini e quindi il granaio, la dispensa, la stalla e così via.
Al secondo le abitazioni dei monaci e in particolare, a Nord, di fronte alla Piazza, c’erano gli ambienti di rappresentanza.
A Ovest i locali di servizio come ad esempio la cucina e a sud, verso il cortile interno, una piccola cappella con la “camera del Padre Abate” e quella del “Padre Cellerario”.
Dalla cucina si accedeva, tramite una scala, alle soffitte. Nel corpo di fabbrica minore, chiamato “palazzina”, addossato al lato sud dell’edificio, si trovano le stanze destinate agli ospiti e agli affittuari.

Curiosità

Dal Palazzo dei Monaci arriva una testa leonina, si dice abbandonata nell’atrio. Era collocata all’ingresso dell’edificio “a mò di sasso per tenere fermo il portone”. Venne notata da Federico Hermanin che la definì “magnifica testa di leone di ottimo scalpello romano”. Oggi è posta sul piano da cui si dipartono le due scalinate simmetriche che portano sino al piazzale dinanzi alla Chiesa di Sant’Antonio Abate in Capena.

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Testa Leonina – Capena (RM)

Conoscevi già il Palazzo dei Monaci a Capena?

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