
Chi conosce le Catacombe di San Restituto a Monterotondo? Ne abbiamo parlato in un precedente articolo. Da quel momento in poi, alcune voci sono riemerse…
Continua a leggere per saperne di più!
Le catacombe di Monterotondo
Nel comune di Monterotondo, in provincia di Roma, c’è una catacomba che ancora pochi conoscono. Eppure, si tratta di una scoperta piuttosto interessante.
La grandiosa scoperta si deve soprattutto allo studio del prof. Vincenzo Fiocchi Nicolai che esaminò le fonti e confermò la presenza di una catacomba dedicata a San Restituto, a Monterotondo.
Vari documenti infatti, tra cui una monografia di Antonio Bosio del 1600 (Roma Sotterranea), fanno riferimento alla presenza di un monumento “nascosto agli studiosi”, perché gli ingressi erano stati murati.
Fino al 1600 invece, come ci dicono molti atti notarili, la catacomba era ancora accessibile! Questi atti fanno riferimento a delle compravendite fatte dai frati cappuccini, per la costruzione di un convento.
Dagli atti di una visita pastorale del 1700 risulta anche che ci fosse una chiesa dedicata a San Restituto di origini molto antiche, poi inglobata nella villa Cecconi di Monterotondo nel 1700.
Il recupero di una memoria
Dopo la pubblicazione di un precedente articolo sulla Catacomba di Monterotondo , che ha ottenuto tantissimi commenti, sono stata contattata da Salvatore Germinario, del Comitato di Quartiere Cappuccini San Matteo di Monterotondo: la necessità è quella di far rivivere la memoria delle Catacombe a Monterotondo, e soprattutto il culto di San Restituto, dimenticato nel tempo e “messo in ombra” da quello di Sant’Antonio, fortemente celebrato dai monterotondesi.
A Gennaio dunque, sono stata invitata a discutere sull’argomento:
Noi del Comitato di Quartiere Cappuccini San Matteo abbiamo più volte provato a visitarle, ma non c’è stata nessuna volontà da parte dei signori di questo comune. – dice Salvatore.
La questione è complessa, perché le catacombe si trovano sotto una proprietà privata.
Già era privata . C’è stata una forte speculazione edilizia e sono anche sparite delle cose.
C’era una chiesa dove si celebrava il giorno della memoria fino al 700. – Aggiungono dei partecipanti alla riunione.
C’era un ceppo commemorativo. Nel ’63 passavo a piedi e c’era ancora. Non si sa se è esposto al museo, non c’è nessuna documentazione e tracce di questo ceppo . Poi una lastra marmo con iscrizione in latino …non si sa che fine ha fatto.

Immagine da : I Cimiteri Paleocristiani del Lazio – II (Studio di Fiocchi Nicolai)
La studiosa appassionata del tema, Tania Ruggeri, ha portato la documentazione, con gli scritti di Fiocchi Nicolai, l’unico (almeno così pensavamo) ad aver esplorato le catacombe:
Cecconi è morto, io sotto non sono mai andata sotto. Eredi non ci sono qui… sono tutti a Roma. Potremmo tentare con la famiglia, perché so che c’è una porta di accesso ed è la cantina Cecconi. Ma a me non preme tanto questo, quanto più intanto cercare di recuperare la memoria di San Restituto e delle Catacombe. Il nostro obiettivo potrebbe essere quello di arrivare a una commemorazione sul tema, una conferenza tematica annuale: il 29 maggio è e deve essere la memoria San Restituto.
Concludo il mio articolo con un fatto bizzarro, saputo in seguito dell’incontro tra me, il Comitato e Tania Ruggeri: nessuno di noi sapeva che una parente di uno dei presenti quella sera in riunione, esperta in materia archeologica, era stata al fianco di Fiocchi Nicolai, nel lungo processo di studio ed esplorazione delle catacombe monterotondesi.
Il fatto positivo dunque, è che abbiamo ancora ben due studiosi in grado di raccontarci l’esperienza vissuta nella catacomba di San Restituto.
Continua…




Foto da : I Cimiteri Paleocristiani del Lazio – II (Studio di Fiocchi Nicolai) – Gallerie delle Catacombe di San Restituto a Monterotondo (RM)
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