
La Via Aurelia, ora Strada Statale n.1, è la più lunga tra le vie consolari per un totale di 970 chilometri dicui 698 in Italia. I Romani, dopo la conquista di Veio (396 a.C,), avevano fondato nel territorio dell’Etruria meridionale varie colonie militari, soprattutto lungo la costa tirrenica, e per favorire le vie di comunicazione erano necessarie le strade. Fu perciò costruita, per collegare Roma a Caere (Cerveteri), la via Aurelia nel 241 a.C. per opera del censore Gaio Aurelio Cotta, oppure del console suo figlio nel 200 a.C.. Essa utilizzava i tracciati delle vie etrusche preesistenti. Il primo tratto conduceva a Cosa, (nei pressi dell’Orbetello) antica città etrusca e colonia romana dal 273 a.C., poi proseguiva fino a Luni (Luna) e nel 109 a.C. giunse a Genua (Genova).

L’Aurelia Vetus iniziava sul Tevere al Pons Aemilius (il Ponte Rotto) la cui costruzione, secondo Plutarco e Livio, è attribuita al console Manlio Emilio Lepido verso il 241 a.C. Di quel ponte resta un troncone nei pressi del Ponte Palatino che collega Trastevere a Ripa. Il tracciato della via ricalca l’antica strada proveniente dall’Etruria che passava sul Ponte Sublicio, fatto costruire dal re Anco Marzio sul Gianicolo, poi incluso nelle mura aureliane. Da queste mura, attraverso la Porta San Pancrazio usciva la via. La porta si chiamava Aurelia, ma dal V sec. prese il nome del Santo Martire il cui vicino sepolcro e le catacombe a lui dedicate, erano meta di pellegrinaggi.
All’interno dell’Urbe, dalla via Aurelia Vetus sono visibili le arcatedell’acquedotto di Traiano, inaugurato nel 109 e inglobate nel muro di cinta di Villa Pamphili. L’acquedotto prendeva l’acqua dai Monti Sabatini, vicino al lago di Bracciano, scorreva sotto le vie Clodia e Trionfale per poi riemergere lungo le arcate e arrivare in città sul Gianicolo. Lungo la via l’arco tra il quartiere del Gianicolo e il quartiere Aurelio fu fatto costruire dal papa Paolo V che nel 1612 aveva fatto ripristinare l’acquedotto.

Un’ importante testimonianza di età romana si trova a Villa Pamphili situata in un grande parco pubblico. Nel 1984, nella zona del Casino dell’Algardi di questa villa, venne scoperto durante scavi per una centrale elettrica sotterranea, un grande colombario dalle pareti affrescate, risalente all’età augustea ma utilizzato fino alla metà del II secolo d.C.. Si tratta di un ipogeo funerario formato da una sala principale e da due ambienti più piccoli con volte a botte, capace di contenere i resti di circa 500 persone. La sala più grande ha le pareti intonacate e decorate con pitture fino all’altezza della quinta fila di nicchie. Tra una fila e l’altra sono dipinte tabulae ansatae con i nomi dei defunti e immagini con funzione decorativa: ghirlande vegetali, frutti, animali, paesaggi miniaturistici, scene animate, maschere teatrali, vasi rituali. Il pavimento a mosaico a tessere nere con frammenti di marmo colorato. In una grande tabula ansata in mosaico bianco, si trova l’iscrizione C. SCRIBONI[V]S C.L. MEN[OPHI]LVS, per cui l’ipogeo è ricordato come il colombario di Scribonio Menofilo.
Il Casale di Giovio, situato nel settore occidentale di Villa Doria Pamphilj, poggia su un edificio di età imperiale: era un sepolcro a tempietto, meglio conservato sul lato settentrionale con una muratura e una cortina di laterizi dal rosso cupo al giallo.
Nella zona si trova il sito di Malagrotta, Mola Rupta, nome che pare derivare da una mola i cui resti sono tuttora visibili sul fiume Arrone, nei pressi dei ruderi dell’antica città di Galeria. Nei tratti suburbani della via Aurelia Vetus si trova la Torretta Troili, costruita sui resti di un’antica villa romana, e nelle vicinanze gli scavi di fine Ottocento hanno portato alla luce lunghi cunicoli di età imperiale e un ipogeo funerario con cinque loculi e lastre di marmo con iscrizioni. Vicino alla via Castel di Guido c’è Lorium che nella Tabula Peutingeriana compare come stazione di posta sulla via Aurelia al XII miglio da Roma. Qui sono stati rinvenuti resti di costruzioni e tombe di un borgo romano. Sulle colline circostanti dovevano sorgere varie ville e, presso la Villa dell’Orbitella, è stato ritrovato un impianto termale con pavimenti in mosaico del II III secolo. Le ville dell’Olivella e delle Colonnacce erano ricche di affreschi, colonne e mosaici.

Al chilometro 42, nella località Ad Torres, segnata come posta sulla Tabula Peuntigeriana, una grande villa imperiale presenta vasche e un impianto termale decorato con mosaici a tessere bianche e nere, raffiguranti scene marine, ora al Museo di Villa Giulia. Nella zona sono visibili un trartto della via consolare in basolato, un ponte romano sul fosso Cupino e i resti di un sepolcro del VII sec.a.C..
Usciti da Roma, stazioni importanti dell’Aurelia Nova erano Caere (Cerveteri), Centumcellae (Civitavecchia) e Forum Aureli i(Montalto dI (Castro).Caere controllava un ampio territorio ed era ricca e potente grazie agli scambi commerciali con Cartagine e con l’antica Grecia. Tra le necropoli etrusche ivi ritrovate, quella della Banditaccia presenta delle tombe pre-romane con frammenti di affreschi.
Resti dell’antica via consolare, con una stele che ricorda gli interventi di Settimio Severo e di Caracalla, sono stati ritrovati nel promontorio di Santa Marinella, dove era l’antica Pyrgi, il porto di Caere. Grazie agli scavi, guidati da Massimo Pallottino nel 1957, in questa zona fu ritrovata un’area sacra con resti di due templi, di terrecotte architettoniche tra cui una gigantomachia. In seguito nel 1964 furono rinvenute tre lamine d’oro con iscrizioni in lingua etrusca e fenicia in onore della dea Uni (la Giunone romana e la Astarte fenicia) e dedicatele dal re di Caere, Thefarie Velianas.
Centumcellae, l’attuale Civitavecchia, sorse intorno al grande porto militare costruito da Traiano nel 106 a.C., che aveva due moli e un’ampia darsena, ancora in uso, dove si possono osservare i resti di antichi magazzini (gli horrea). Il porto è opera di Apollodoro di Damasco, l’architetto del foro romano e delle terme traianee. Per seguire i lavori Traiano volle far erigere una villa, i cui resti si trovano a pochi chilometri dalla città, nell’area archeologica delle Terme Taurine: si tratta di un vasto complesso termale con vari ambienti di soggiorno usati anche da Marco Aurelio e Commodo. Qui vicino ci sono ora leterme di Ficoncella. Forum Aurelii, ad ovest di Vulci, era il centro del commercio fra la costa e l’interno dell’Etruria. Il territorio di Vulci era vasto e comprendeva: Orbetello, Saturnia, Pescia, Sovana, Castro, Pitigliano e Marsiliana. Nel III secolo a.C. i Romani erano entrati in guerra con Vulci, l’avevano sconfitta (280 a.C.) e avevano occupato gran parte del territorio dove avevano costruito la colonia romana di Cosa (all’Orbetello), le prefetture di Saturnia e Statonia, e Forum Aurelii. Oggi si possono visitare i resti dell’abitato di Vulci nel Parco Aecheologico con le terme, le porte d’accesso, l’acquedotto, il foro romano, il tempio e l’arco in onore di Publius Sulpicius Mundus, senatore romano.

l’Aurelia Nova proseguiva toccando Populonia, Portus Pisanus (Livorno) e Pisa dove si interrompeva sia per la zona paludosa delle Fossae Papirianae, a ridosso della Versilia, sia per la presenza dei briganti, Apuani o Liguri. Per evitare le paludi l’antico tracciato deviò verso Lucca e, passando per Forum Clodi (nei pressi di Viareggio), raggiungeva Luni, attuale Sarzana. Giulio Cesare nel 56 a.C. incaricò Marco Emilio Scauro di costruire una scorciatoia per collegare direttamente Luni a Pisa: fu così costruita l’attuale strada provinciale Sarzanese.
Dopo Luni la via incontrava Segesta (Sestri Levante), Genua (Genova), Savo (Savona): qui terminava la via Aurelia Nova prima che l’imperatore Augusto la collegasse con la via Iulia Augusta, che partiva da Piacenza e arrivava ad Arles. Dopo Savona e Albium Ingaunum (Albenga), ad Albintimilium si trova un sito archeologico, attraversato dalla via Iulia Augusta lastricata con calcare bianco; il sito ha portato alla luce le terme, il teatro, le ville, i mosaici e reperti vari di età romana. L’abitato preromano di Albium Intimilium (Ventimiglia) risale al IV sec.a.C. e la città, sviluppatasi attorno ad un accampamento militare, si ampliò con l’apertura della via Iulia Augusta/ Aurelia.

Passando in territorio francese a La Turbie, sul punto più alto della via Aurelia/Iulia Augusta, a picco sul principato di Monaco, si erge il monumento trionfale di Augusto per commemorare la conquista di una quarantina di tribù alpine. Sulla Costa Azzurra sono stati ritrovati vari resti romani: un mausoleo a Cap Martin; i resti di tre terme, un anfiteatro e un battistero paleocristiano a Cemelenum, sulle colline di,Cimiez (Nizza): un ponte romano in pietra a La Gaude. A Forum Julii, ora Frejus, numerosi i ritrovamenti: acquedotto, teatro, anfiteatro, complesso termale, la porta di Gaulese un faro detto la lanterna di Augusto. La via Aurelia (o Iulia Augusta) termina ad Aquae Sextiae, ora Aix in Provenza, e vicino si trova il sito archeologico di Entremont. L’antico oppidium dei liguri fu distrutto dai romani nel 123 a.C., poi il proconsole Sextius costruì una fortezza vicino a delle sorgenti termali e la chiamò “Aquae Sextius”. Attorno a tale fortezza si svilupparono prima un villaggio, poi una colonia che divenne tanto prosperosa da diventare la capitale della Gallia Narborense. Fu poi devastata dai barbari nel IV secolo. Da Aix la via Iulia Augusta prosegue verso Marisglia e finisce ad Arles alle foci del Rodano che nel 1891 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità per la ricchezza dei suoi reperti romani, tra cui il teatro, l’anfiteatro, le terme di Costantino, e per i suoi prestigiosi edifici antichi medioevali e moderni.

Percorrere l’Aurelia ancor oggi ci permette di ritrovare tracce del nostro passato e ci rende orgogliosi dei nostri avi, etruschi e romani, per tutto quello che hanno saputo costruire così bene da poterlo tramandare fino a noi nell’arco dei secoli.
http://aec2000.eu/archeologis/aurelia/tour.htm
http://www.romasotterranea.it/colombario-di-scribonio-menofilo.htm
http://aec2000.eu/archeologis/aurelia/tour.htm
http://www.romasotterranea.it/colombario-di-scribonio-menofilo.htm
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