Culto di San Michele: sai perché è diffuso nel Lazio ?

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Il culto di San Michele si diffonde molto in area Sabina, nel Lazio. La spiegazione è molto semplice! Eppure ancora pochi ne sono a conoscenza. Continua a leggere questo articolo per scoprirne il motivo!


La Sabina è una vasta area dell’Italia centrale, storicamente da considerarsi come la terra abitata dai Sabini, da cui prende il nome, popolazione preromana indoeuropea di ceppo osco umbro.
Proprio per la sua grandezza è divisa dai monti Sabini in alta Sabina (Rieti, la parte a nord-est, la Sabina umbra ed abruzzese) e bassa Sabina (la parte a sud-ovest e la Sabina romana).

Alla scoperta della Sabina, terra di storia e natura nel Lazio
È la Sabina che comprende tutta la provincia di Rieti, ma che si estende in parte anche nella provincia di Roma, dando vita alla Sabina romana.

Perché nella Sabina si diffonde il culto di San Michele Arcangelo?

La Sabina era soggetta al ducato di Spoleto e questo determinò la costruzione di numerosi edifici sacri dedicati al culto di San Michele. Furono i longobardi a portare in Sabina il culto di San Michele Arcangelo. Questa popolazione di origine germanica scelse di stabilirsi in molti luoghi della campagna romana, come ad esempio… Mentana, dove grazie ai Longobardi si sposta il centro dell’antica Nomentum.
I Longobardi sceglievano sempre le zone marginali ai grandi centri. Nei primi tempi infatti i Longobardi si stanziarono preferibilmente in aperta campagna, divisi in fare. Le fare erano gruppi di guerrieri legati da un antenato comune.
Gli unici a insediarsi nei centri urbani furono i duchi, cioè i comandanti militari longobardi.

San Michele come Odino, il dio nordico.

Odino in sella a Sleipnir. Illustrazione di Ólafur Brynjúlfsson dal manoscritto islandese
Odino in sella a Sleipnir

Nell’arte San Michele, l’arcangelo guerriero che sconfigge il diavolo, drago, serpente…insomma una brutta bestia!
Eh, sì, perché anche la sua immagine cambia nel tempo: nella storia dell’arte, di solito troviamo San Michele rappresentato in lotta col demonio, sotto forma di serpente, drago o angelo caduto, che schiaccia sotto i suoi piedi.
La tradizione bizantina lo raffigura spesso con una bilancia in mano, mentre quella longobarda lo ritrae prevalentemente come un guerriero con la lancia o con la spada sguainata nell’atto di colpire Satana.

Questo perché i longobardi attribuirono all’Arcangelo Michele le virtù guerriere un tempo adorate nel dio germanico Odino.



Due esempi diversi li vediamo nelle famose opere di Raffaello Sanzio:


Sapevi già del culto di San Michele nella Sabina e delle sue origini? Scrivilo nei commenti!
Se ti interessa approfondire, ecco tre luoghi dedicati a San Michele nella Sabina!


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