Il segreto per far durare un’agenzia immobiliare – Intervista a Vincenzo Ceravolo

vincenzo ceravolo agente immobiliare formatore

Oggi ho incontrato Vincenzo Ceravolo, formatore e imprenditore di Mentana (RM), nel settore Immobiliare dal 1989, Socio Building Production, per un’occasione speciale: l’agenzia immobiliare di Santa Lucia in Via Palombarese 485, a Fonte Nuova (RM) compie 30 anni.

Vincenzo ha visto la sua agenzia trasformarsi in un vero e progetto ampio e solido, Building Production, una rete che da sostegno al territorio, dall’immobiliare allo sport, passando per l’informazione locale.

Come si chiede a un anziano che spegne la centesima candelina…

Vincenzo, qual è il segreto per far durare un’agenzia immobiliare 30 anni? 

Vincenzo Ceravolo

Non è facile sintetizzare 30 anni in una risposta. Ti dirò delle cose che poi segreti non sono. Secondo me alla base della crescita di un’agenzia immobiliare c’è un fattore molto importante: la credibilità. Devi essere una persona credibile, e insieme sempre corretta e onesta con tutti i clienti.

Ci tengo a precisare una cosa, questo lo dico sempre nelle giornate di formazione: clienti sono tutti. Quindi clienti esterni ed interni. Infatti i nostri migliori clienti sono i collaboratori: se non c’è credibilità, correttezza e onestà con loro io credo che a un certo punto le basi vengano a mancare. Ho cercato sempre di mantenere questi valori, e questo mi ha garantito certi riconoscimenti.

Ad esempio, anche con coloro che per un periodo di tempo hanno lavorato con me e poi sono andati via, ho sempre considerato il fatto (e così è successo) che nel diventare grandi sarebbero diventati acquirenti, venditori o addirittura persone che avevano necessità di affittare una casa. Quindi, questo segreto, che poi segreto non è, racchiude secondo me i 30 anni di un’agenzia immobiliare.

Gruppo Building Production

Il segreto per farla crescere? Sicuramente puntare sui giovani: a un certo punto, quando ho aperto nel 1992 l’agenzia di Santa Lucia, avevo energia e voglia di fare, cose che ho mantenuto; ma mi sono reso conto che se fossi rimasto lì, all’interno dell’agenzia immobiliare, avrei creato un blocco.

Ho capito che c’era necessità di farsi da parte, mettersi in un’altra posizione: così ho lasciato le chiavi dell’ufficio a Daniele Scatassi. Gli ho permesso quello che la vita ha permesso a me: di crescere e sbagliare, cercando di ottenere i risultati da lui ma senza pretenderli.

Naturalmente Daniele aveva sempre un punto di riferimento: nonostante fossi impegnato nell’assorbimento dell’ufficio di Mentana, bastava una telefonata ed ero subito disponibile. Gli ripetevo che l’errore fa parte dell’apprendimento. Questo è un altro “segreto” per crescere, sì…puntare sui giovani che hanno voglia, entusiasmo e passione ma anche permettergli di sbagliare.

Altra cosa fondamentale per far durare un’agenzia immobiliare: una buona dose di preparazione. Mi è sempre piaciuto imparare le leggi, sia a livello notarile sia per quanto riguarda la parte urbanistica: ho sempre cercato di apprendere dai professionisti… notai, architetti, geometri e dagli avvocati.

Tra i settori maggiormente colpiti dalla pandemia c’è quello immobiliare. In che modo è stato possibile uscirne indenni e addirittura più forti?

Dopo una prima fase molto molto breve di sbandamento ci siamo resi conto che anche da casa potevamo fare qualcosa. Prima di tutto nessuno di noi si è mai sentito solo. Ecco lì c’è stata veramente la forza della squadra che in quel periodo delicato è diventata famiglia. Ci sentivano in videochiamata anche due o tre volte al giorno, per fare il punto della situazione con i clienti o anche semplicemente per farci una risata. Ricordo di videochiamate organizzate all’ora di pranzo, per mangiare tutti insieme.

La forza di uscirne indenni e più forti è stata proprio quella. Nessuno ha abbandonato nessuno. Ci siamo sentiti ancora più vicini, ancora di più zoccolo duro e siamo andati avanti. Questo ci ha permesso, una volta usciti, di renderci conto della forza che avevamo.

La pandemia ci ha permesso di verificare se effettivamente questa squadra, questa famiglia aveva delle giuste fondamenta. Siamo usciti più forti più consapevoli di prima: grazie a questo abbiamo poi preso delle decisioni forti, perché ci siamo resi che che la squadra c’era.

Il social e il digitale hanno un ruolo chiave per Building Production, 30 anni fa questo era impensabile. Alle volte è difficile tenere il passo e aggiornare gli utenti online mentre si ha molto lavoro da fare.
Come hai affrontato la transizione digitale, nel quotidiano, e in che modo riesci a gestire tutto?

Beh… Io debbo dire che da persona adulta sarei dovuto essere quello che rifiutava il passaggio al digitale. La verità è che questa cosa mi permette di accelerare i tempi e lavorare anche nei momenti dove fisicamente non sono in ufficio, con risultati eccezionali!

Molti colleghi hanno pensato che questo utilizzo dei social non fosse adatto. Io ti posso garantire che il digitale accelera i tempi in quanto non si è vincolati fisicamente a un luogo e si può lavorare anche in altre sedi.

Inoltre ho la fortuna di lavorare con ragazzi giovani che hanno una capacità immediata di imparare e questo mi permette di usufruirne: i giovani ti trasmettono la loro energia e anche le loro paure (il mio ruolo è proprio quello di rasserenarli e guidarli) ma soprattutto portano innovazioni.

Infatti, non mi sono mai legato troppo al passato. Non ho mai affermato “prima era meglio”, come fanno in molti: innanzitutto perché ci si dimentica di com’era prima, e poi perché le le novità vanno prese con il giusto verso, come abbiamo fatto noi della Building Production. Questa attitudine e modo di pensare porta enormi risultati.

Il passaggio al digitale è stato dunque rapido, veloce proprio perché sono circondato da ragazzi che hanno proprio voglia di di emergere, di attaccare il futuro e la transizione digitale permette tutto questo.

Vincenzo, so che sei un punto di riferimento anche per la formazione dei ragazzi che lavorano in Building Production, in particolare all’interno di Next Performance Academy.
Cosa significa avere formato più di 10.000 agenti immobiliari ?

La formazione è un aspetto molto delicato, è un’attività che mi appassiona molto. Formare ragazzi giovani significa assumermi una certa responsabilità. Il mio atteggiamento è stato sempre quello di trasferire le mie conoscenze, e le mie esperienze; infatti, durante le mie giornate di formazione, uso fare degli storytelling: racconti personali dove i ragazzi si ritrovano e questo è molto bello.

Ancora oggi ricevo messaggi da ragazzi che sono stati in aula con me 4, 5, 6 anni fa e ne sono veramente entusiasta.

Ti racconto un episodio: l’altro giorno una ragazza di un’altra agenzia ha chiamato al telefono mia madre chiedendo se avesse bisogno di un appuntamento per una valutazione, e giustamente le ha risposto che nel caso si sarebbe affidata a suo figlio, cioè io. Ebbene, dopo aver sentito il mio nome, la ragazza si è sorpresa: Vincenzo Ceravolo era stato il suo formatore, anni fa!

Ecco questo è molto bello: sapere ci sono queste persone che ancora mi ricordano e che spero veramente mettano in campo le cose che ho cercato di trasferire.

Il futuro presenta nuove sfide per il vostro brand, sempre più aperto al Digital e alle nuove tecnologie. Ma qual è la tua sfida personale/professionale?

La mia sfida personale e professionale è innanzitutto quella di essere sempre al passo con i tempi, non smettere mai di imparare, studiare ed essere curioso. In ogni giornata di formazione cerco sempre di studiare e trovare qualcosa che possa sorprendere le persone che ho di fronte.

La mia sfida personale/professionale è proprio questa: cercare sempre di migliorare la qualità della vita delle persone. Mi piace pensare che quando una persona mi incontra stia un pochino meglio di come stava prima: nella Building Production cerco di portare anche quest’altro aspetto, imparando umilmente le nuove cose, cercando sempre di crescere, di non sedermi mai e sentirmi “arrivato”.

D’altronde, lavorare con i giovani non ti permette di sentirti arrivato, perché c’è necessità di aiutarli, di farli rialzare quando cadono, di andare a cercare il perché di un eventuale errore (anche se io dico sempre che l’errore fa parte dell’apprendimento) e quindi cercare di illuminarli su quella che è la strada verso il successo, che poi all’interno della Building Production diventa un successo di di famiglia. 

Da sinistra: Daniele Scatassi, Vincenzo Ceravolo, Martina Amatucci, Fabiana Bellanca. “Questa foto mi vede in mezzo alle persone che da tanti anni fanno parte della mia vita, con loro nel nuovo locale Next Performance abbiamo incontrato tutto il gruppo Building Production. Il trimestre ci ha visto ancora protagonisti: Next Performance Academy, inaugurazione primo ufficio Building a Roma, nuova sede Next Performance e fatturato in linea con l’obiettivo finale…
C’è ancora tanta voglia di crescere e noi continueremo a farlo insieme”

Grazie Vincenzo, un sincero augurio a te e alla squadra Building Production, per i valori, l’energia e la qualità che portate nel nostro territorio!

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