Mentana. Commemorazione della Battaglia di Mentana e Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

A Mentana si terranno due cerimonie pubbliche per ricordare la battaglia garibaldina di Mentana del 3 novembre 1867 e la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate che si celebra il 4 novembre.

Il 3 novembre alle ore 11.30 avrà luogo commemorazione della battaglia di Mentana con la presenza degli studenti dell’I.C. Città dei Bambini e dell’I.C. Paribeni di Mentana. L’appuntamento è in Piazza della Repubblica presso l’ Ara Ossario Garibaldino.

Il 4 novembre, invece, il Sindaco Dott. Marco Benedetti deporrà delle corone in memoria dei caduti di tutte le guerre a Castelchiodato, e a seguire a Casali di Mentana ed infine a Mentana presso il Monumento delle Forze Armate.

Commemorazione battaglia di Mentana e giornata dell’Unita e delle Forze Armate
Monumento delle Forze Armate a Mentana

La battaglia di Mentana avvenne il 3 novembre 1867 presso la cittadina di Mentana, nel Lazio, vicino a Monterotondo. L’evento bellico si svolse quando le truppe pontificie (coadiuvate da un battaglione francese) si scontrarono con i volontari di Giuseppe Garibaldi, diretti a Tivoli per sciogliere la Legione essendo fallita la presa di Roma per la mancata insurrezione dei romani.

Fu combattuta tra circa 5000 volontari, guidati da Garibaldi, e 11.000 franco-pontifici. Entrato nello Stato della Chiesa, il Generale costrinse alla resa il presidio di Monterotondo (25 X 1867), ma fallì nel frattempo la sollevazione di Roma. Garibaldi, informato di un contingente francese sbarcato a Civitavecchia, attaccò le truppe pontificie.

La battaglia volgeva in favore delle camicie rosse, quando intervennero due reggimenti francesi armati con i moderni fucili a retrocarica, gli Chassepot, che ebbero la meglio sui volontari garibaldini forniti solo di superati fucili ad avancarica. Sopraffatti dal numero, falcidiati dal nuovo fusil modèl 1866, i garibaldini si ritirarono.

Il comandante francese De Failly commentò la vittoria dei francesi con la frase tristemente famosa:
“gli Chassepot hanno fatto meraviglie.”

La disfatta di Mentana, al di là dei ritardi e degli indugi, fu un duro colpo per Garibaldi, il quale, credendo di avere l’appoggio della popolazione romana e del governo italiano, si ritrovò invece da solo. Gli intrighi e i retroscena, a cui non aveva mai voluto piegarsi, vinsero la genuinità del suo pensiero politico lasciandogli nel cuore un’amarezza che non lo abbandonerà sino alla morte, il 2 giugno 1882. Malgrado ciò, Mentana divenne presto un simbolo delle lotte risorgimentali e come tale fu definita “la porta calda di Roma”, paragonando il sacrificio dei circa 300 volontari al più antico gesto eroico degli altrettanti Spartani alle Termopili. Un sacrificio che non fu vano poiché, solo tre anni più tardi, il 20 settembre 1870, la breccia di Porta Pia sancì l’annessione di Roma all’Italia.

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