
Si è tenuto Sabato mattina a partire dalle ore 11.00 presso la Sala Consiliare del III Municipio Comune di Roma, un convegno-tributo per il centenario di Pasolini e per celebrare la letteratura Pasoliniana alla presenza di molti studenti, per portare un’idea di speranza per il futuro delle nuove generazioni. Mezzo efficace è la cultura, fondamentale per far sviluppare un senso critico e sfuggire all’alienazione.
Questo uno dei messaggi trasmessi ai numerosi partecipanti all’ascolto e al dibattito del convegno: “La speranza dei giovani, la cultura come cura all’alienazione” organizzato da AR.TE. Arte e Territorio con Martina Paolantoni e ATILE Edizioni di Elita di Girolamo, grazie a un lungo lavoro portato avanti non senza difficoltà, che ha coinvolto addirittura due municipi e reso reale la percezione della presenza delle istituzioni sul territorio.

Gli interventi
D’impatto è stato l‘intervento del prof. Rino Caputo Presidente del Comitato Scientifico per il Centenario di Pasolini, già Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Tor Vergata:
“Se non ci fosse la cultura, nessuno girerebbe per ristoranti, musei, istituzioni. La cultura è un valore pari alle cose necessarie.
Devo anche dire che Martina Paolantoni ha fatto bene ad introdurre l’UNESCO, che ha dedicato a Pasolini un convegno il 17-18 novembre a Bologna sulle marginalità del mondo.
Pasolini è un protagonista del tema della marginalità.
Pasolini è attuale perché lo possiamo considerare. Io ho avuto la possibilità di conoscere Pasolini “da lontano”. Ero studente universitario a Bari, dove c’era la libreria Laterza, dove si facevano incontri e presentazione di libri. Qui ho ascoltato Alberto Moravia, Italo Calvino, e Pier Paolo Pasolini.
La sua immagine già da allora era il segno di contraddizione: questa è la sua ricchezza per noi.
Lui fa parlare i ragazzi della borgata. Pasolini è autore della modernità ma non dimentica mai da dove viene. Lui si sente erede della tradizione letteraria italiana.
Altro tema è la capacità di vedere e segnalare i problemi. C’è un’opera che si chiama Il pianto della Scavatrice. Parla di una scavatrice che ferma piange, perché si rene conto che anche attraverso la sua azione sta cambiando in mondo.
Per lui infatti la città è impura, sporca, corrode la natura. Con Pasolini già entra il tema dell’ecologia. Intuisce che con l’azione dell’uomo la natura muore.
Altro pericolo segnalato è l’italiano standardizzato e omologato. Pasolini da la colpa alla televisione. Ma noi dobbiamo sapere che anche grazie alla televisione è potuto accadere che un giovane di Torino si sia capito con un giovane di Palermo. Infatti egli non va preso come l’uomo profeta che ha capito tutto: è l’uomo delle contraddizioni.
Il Pasolini diurno era impegnato scrittore di successo. Quello notturno va a caccia, per dare sfogo alla sua nevrosi.
Per questo dedica una poesia alla madre, è una supplica (Supplica a mia madre): un amore che non sarà mai pieno. Ecco perché la ricerca di corpi senza anima.
Di Pasolini, dunque, si deve parlare come un Classico della letteratura italiana perché continua a parlare, con le sue contraddizioni e scandali. La mia proposta è di continuare a leggere Pasolini e vedere i suoi film, con l’idea che ci può accompagnare in una speranza per il futuro“.

Segue l’intervento dell’artista di fama internazionale Maupoal e quello di Daniele Torquati Presidente del XV Municipio di Roma , che si riallaccia all’intervento del prof. Caputo ricordando un fatto importante della vita di Pasolini:
“La morte del fratello Guidalberto è ricordata solo in un’ occasione, un’intervista del 1961. Qui abbiamo una contraddizioni dove egli non ha paura di dire quello che pensa. Questo è uno degli insegnanti che dobbiamo trarre: avere sempre il coraggio di esprimersi.
Lo richiamiamo come esempio di denuncia delle contraddizioni. Egli è il NO giusto. Per questo mi ricorda la figura biblica di Giobbe. Viene da una famiglia ricca e viene messo alla prova da Dio. Ma i suoi NO sono sempre fermi.
Spesso noi non siamo in grado di dire no, e se dobbiamo recuperare qualcosa è questo. Domandarsi sempre chi si è, non solo dove si vuole andare. Essere in grado di dire no anche nei confronti della massa con spirito positivo”.
A esprimersi successivamente è la dott.ssa Senofonte, Direttrice delle Biblioteche di Roma Capitale:
“Il titolo del testo di Martina Paolantoni mi conforta: la cultura come cura all’alienazione.
Martina dice che la cultura ti salva ma non da sola. È necessario anche stare con gli altri. È quello che cerchiamo di fare nelle biblioteche. Offrire un luogo dell’incontro. Un approdo dove condividere esperienze e farne. Luoghi di collaborazione e aggregazione. Siamo al centro di questa sfida culturale e sociale”.
Il lavoro con l’UNESCO: “parlare dei giovani ai giovani”
Segue il videomessaggio dell’UNESCO, la cui rappresentante sottolinea la condivisione di temi e valori con il progetto. Infatti, i principi e valori espressi in Pasolini sono anche dell’ UNESCO: l’impegno alla difesa del patrimonio culturale, l’attenzione alla diversità delle espressioni culturali dei paesi del terzo mondo, l’interesse della comunicazione come strumento per la libertà.
Pochi come Pasolini hanno saputo parlare dei giovani ai giovani.
E infatti, chiudono il dibattito gli interventi delle scuole, che, analizzando le poesie per ragionare sulle tematiche ancora attuali, hanno potuto realizzare progetti letterari in onore di Pasolini e in grado di far riflettere.
Inoltre, insieme al convegno era stato indetto uno speciale contest letterario ispirato all’opera pasoliniana a cui possono aderire varie categorie: poesia, prosa, disegno/fotografia in bianco e nero. Grazie al potere dei social si è riscontata larga partecipazione.

A seguito degli interventi si è tenuta infatti la cerimonia di premiazione degli elaborati migliori con cui sarà prodotto un volume con i migliori lavori di ciascuna categoria.
“Tra le istituzioni di rilevanza nazionale rivolgiamo la gratitudine alla Regione Lazio, presidenza Consiglio regione Lazio per aver affrancati la loro credibilità al nostro evento. Non di meno vogliamo ringraziare il Municipio XV e Municipio III per l’ospitalità ed in particolar modo Filippo Maria Filippo Maria Laguzzi, presidente del Consiglio del III Municipio di Roma, per l’impegno, la dedizione e la passione con cui ha costruito insieme a noi questo ambizioso progetto; il XV Municipio di Roma per il lavoro congiunto, in modo particolare il Presidente del XV Municipio di Roma Daniele Torquati e l’assessore alla cultura del XV Municipio Tatiana Marchisio per averci affiancato e sostenuto e stimolato a proseguire.
Nel corso del tempo questa squadra si è andata arricchendo di nuove energie tra esse preziosa anche la partecipazione della Dott.ssa Senofonte Senofonte, Direttrice delle Biblioteche di Roma e Pamela Parenti di Unicusano.roma.
Prezioso il lavoro di Federico Vinci e delle sue foto, tra i giornalisti Fabio Nori. Laura Papetta che con un lavoro eccezionale ha tradotto il LIS – linguaggio dei segni!
Infine vogliamo ringraziare di cuore tutti gli autori e le autrici, i fotografi le fotografie e tutte le persone che in questi mesi mi sono state accanto ed hanno partecipato prima al contest letterario ed oggi al convegno, senza i quali non sarebbe stato possibile raggiungere la meta”. – conclude Martina Paolantoni, responsabile Arte e Territorio.

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