
Patrizia nasce a Roma e cresciuta a Fonte Nuova, quando ancora si chiamava Tor Lupara, è figlia unica. Fin da piccola dimostra la sua curiosità per i colori e l’arte, e immergersi a fondo in tutto i suoi progetti.
Si diploma in lingue e parte per Londra, lavora un anno da Pizza Hut e poi torna, si iscrive all’Accademia d’arte di Roberto Lucifero e frequenta anche un corso privato di pittura e decorazioni. Si specializza in decorazioni d’interno, in particolare nei Trompe l’oeil e finti marmi
La sua famiglia, la spinge però verso un lavoro “concreto” che le renda uno stipendio sicuro; Patrizia decide di fare dei corsi privati da programmatore sistemista. Gli anni ’90 sono appena a metà, e il boom dei software è alle porte. Trova subito lavoro per le banche e si trasferisce a Firenze, dove abita un anno. Patrizia è giovane, libera e indipendente. Arriva il 2000, il suo lavoro è molto redditizio le richiede tanto impegno, anche se è l’opposto del mondo artistico, lei vede un barlume di creatività anche nel risolvere i problemi informatici.
Nel 2002 conosce un consulente per le imprese, specializzato in certificazioni Iso, che l’assume come account e il rapporto con il pubblico le dà molta soddisfazione. Successivamente studia per ottenere altre certificazioni di Istruttore Bls-d e quelle inerenti alla sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro come Formatore 81/08 e haccp.

Negli anni 2000 trova anche l’amore e si sposa nel 2006, nel 2007 diventa madre e apre l’azienda con il marito. Patrizia però si sente come un cerchio in un quadrato. Per dieci anni conduce una vita familiare apparentemente tranquilla, fatta di casa e lavoro. Un giorno però la salute del marito viene messa a dura prova e lì capisce che ha vissuto per anni con una persona che non era quella che credeva quando si sposarono. Il loro era un matrimonio basato sulla compiacenza, sul tacito accordo e sul suo annichilimento. Patrizia non si amava più, non si riconosceva, non era più in pace con sé stessa e forse non lo era mai stata. Un’anima creativa non può essere domata, deve dare, esplorare e non si può contenere.
Arriva il 2018 e dopo dieci anni di vita coniugale, Patrizia si fa coraggio e decide di non voler portare avanti un matrimonio che la sta portando alla depressione, solo per compiacenza della famiglia, il loro era un amore tossico.
Il 2020 porta un periodo di riflessione per molti, e anche Patrizia riprende in mano i pennelli, vuole e deve creare dei quadri, dedicare tempo a suo figlio e a lei. Ha finalmente ripreso in mano la sua vita. Dopo il lockdown conosce un gruppo di donne imprenditrici che si incontrano per degli eventi dedicati e fare business, nasce così l’idea del We Club. Inizia lei stessa a organizzare i suoi eventi al femminile e dedicati alla formazione professionale, mettendo a disposizione le loro competenze.
Patrizia ha un nuovo obiettivo e lo sta centrando.
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