
Di Veronica Evangelisti
Ilaria Giovinazzo
Un fior di loto…
Ilaria nasce e cresce a Roma, nel cuore del Pigneto, studia e si laurea a ventisei anni in Lettere con tesi in Storia delle religioni. Durante l’adolescenza sviluppa una curiosità per il misticismo: ponendosi la domanda che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita: Perché siamo qui?
Ilaria ha cercato di dare una risposta a questo quesito attraverso lo studio delle religioni comparate, una ricerca che ha dato vita al suo libro per bambini intitolato “Life” della WM Edizioni (2022).
Finita l’Università, nel 2009 si trasferisce a Monterotondo (RM) e dopo un periodo passato nei Musei romani come operatrice addetta all’accoglienza inizia a lavorare come segretaria didattica in un’Università privata.
Il suo curriculum vanta la sua prima pubblicazione di poesia a soli quattordici anni, successivamente nel 1999 vince il premio nel concorso europeo di poesia e narrativa “Massimo Grillandi”.
Nel 2001 pubblica il suo primo romanzo “Anime perdute” con Effedue edizioni. Nel frattempo, continua a partecipare ad altri concorsi letterari e alcuni suoi testi appaiono sulla rivista letteraria Prospektiva.
Nel 2007 esce il suo terzo romanzo “Donne del destino”, per Besa Editrice, un romanzo storico centrato su tre figure femminili del passato: Aspasia, Maria Maddalena e Francesca da Rimini.
Ilaria porta avanti il suo lavoro di scrittrice, poi arriva il 2013 e nasce il suo primo figlio. La vita familiare l’assorbe, si prende una pausa dalla scrittura, lascia il lavoro ma non perde di vista l’arte; le piace dedicarsi agli altri, è una persona empatica e sensibile e nell’arte trova un modo per aiutare le persone, fonda Lalita, la sua associazione culturale, con la quale organizza dei corsi di disegno e di arte terapia, e ogni persona può fare un percorso per guarire la psiche ed esplorare l’anima attraverso la creatività. L’associazione è tuttora attiva.
Ilaria nel 2014 resta incinta della seconda figlia Viola, ancora una volta si dedica alla famiglia, mettendo in stand by la sua anima creativa.
Qualche anno dopo la nascita di Viola la sua malattia autoimmune si slatentizza e la costringe a fare i conti con se stessa, capirà che annientare la creatività è deleterio per lei: deve riprendersi i suoi spazi.
Arriva la pandemia, come molti artisti riprende in mano la penna e inizia a scrivere di nuovo, esce “Come un fiore di loto”, per la Ensemble edizioni, la sua prima compiuta raccolta poetica che le permette di essere pubblicata anche su La Repubblica, e sulla rivista spagnola De Sur a Sur.
Arriviamo al 2022, alla sua continua ricerca interiore, a quella spiritualità profonda e libera che è alla base di tutto il suo lavoro. Ilaria vuole lasciare un messaggio ai suoi figli, scrive quindi “Life”, una raccolta di insegnamenti in cui tratta argomenti universali con parole semplici. Infatti, attraverso “Life” cerca di condensare gli insegnamenti spirituali di vari popoli in dieci principi essenziali. Lei lo chiama un “libro eredità”, perché attraverso queste pagine cerca di trasmettere ai bambini la sua conoscenza e i suoi principi, attraverso i testi ma anche i disegni che li accompagnano e che lei stessa ha realizzato.

Ilaria ama portare la cultura nelle strade, nelle piazze, nei locali, nelle aule scolastiche, nei teatri, dappertutto, come faceva anche Neruda, poeta e Maestro da lei molto amato: organizza quindi saltuariamente degli open mic di poesia; partecipa attivamente alla vita culturale di Monterotondo e Roma, portando spesso con sé i suoi figli, trasmettendo loro la cultura per osmosi.
Ilaria è un esempio di tenacia e ispirazione, come madre e come artista.
Le dedico un estratto della poesia “Per Farla Felice” di Francesco Sole:
“Per far felice una donna, amala.
Dentro e fuori.
Ma soprattutto, amala libera.”
Veronica Evangelisti
Commenta per primo