
La chiesa di Santa Maria delle Grazie a Marcellina, in provincia di Roma, è un antico edificio ecclesiale che risale al secolo X.
Situata in un’area in cui in precedenza sorgeva una villa romana del tardo periodo repubblicano, la chiesa si erge sui resti della villa e presenta ancora oggi tracce della sua presenza, come un criptoportico doppio a tre bracci con volte a botte ribassate e alcuni scampoli di pavimenti in cocciopesto a inserti marmorei e a mosaico.
Il campanile in stile romanico della chiesa, formato da ordini sovrapposti separati da cornici marcapiano costituite da filari orizzontali di laterizi posti a dentelli e mensolette aggettanti in travertino, risale alla fine del XII/inizio XIII secolo. Anche l’edificio in opera quadrata che andrà a chiudere trasversalmente il primitivo ingresso è stato costruito in quel periodo.

Durante il XVI e il XVII secolo, la chiesa è stata oggetto di un importante rimaneggiamento che ha portato al ribaltamento di 180° dell’orientamento dell’intera struttura, la demolizione dell’abside e la riduzione d’ampiezza del transetto, creando un nuovo e più ampio ingresso. Il presbiterio è stato spostato dove in principio vi era l’ingresso.
La facciata dell’edificio si presenta oggi a capanna semplice, mentre il tetto è stato ribassato diversi centimetri in restauri moderni eseguiti dalla Soprintendenza ai Monumenti del Lazio (1950-1978) a causa di prolungate infiltrazioni d’acqua che stavano compromettendo la conservazione delle pitture.
L’interno della chiesa è caratterizzato dalla presenza di alcune monofore romaniche con arco a tutto sesto dell’impianto originario recanti negli sguanci tracce della primitiva decorazione pittorica, opera di maestranze romane, a motivi fitomorfi su fondo blu con gemme rotonde su fondo rosso (stile del tardo XI secolo). Inoltre, la chiesa conserva ancora oggi un ciclo pittorico realizzato ad affresco nel secondo quarto del XIII secolo, caratterizzato da un marcato bizantinismo e riscoperto nel XIX secolo. Si tratta di uno dei più originali esempi di pittura medievale laziale, che comprende alcune scene tratte dai racconti biblici.
In un’epoca di diffusa analfabetizzazione, la conoscenza delle sacre scritture era demandata alle arti visive, in cui la pittura ebbe un ruolo di primaria importanza. La parete destra della navata (quella sinistra originaria) ospita dunque scene veterotestamentarie raccolte su tre registri sovrapposti e separate orizzontalmente da colonne scanalate dipinte alternate ad altre lisce. La chiesa di Santa Maria delle Grazie a Marcellina è dunque un luogo che unisce storia, arte e fede.
Il tetto è stato ribassato di alcuni centimetri in restauri moderni effettuati dalla Soprintendenza ai Monumenti del Lazio tra il 1950 e il 1978 a causa di infiltrazioni d’acqua che stavano compromettendo la conservazione delle pitture.
All’interno della chiesa, è possibile ammirare alcune monofore romaniche con arco a tutto sesto dell’impianto originario, che recano tracce della primitiva decorazione pittorica. Queste opere, realizzate da maestranze romane, presentano motivi fitomorfi su fondo blu con gemme rotonde su fondo rosso, caratteristici dello stile del tardo XI secolo.
Uno dei tesori più preziosi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Marcellina è il ciclo pittorico realizzato ad affresco nel secondo quarto del XIII secolo. Questo ciclo, caratterizzato da un marcato bizantinismo, rappresenta uno dei più originali esempi di pittura medievale laziale. Le scene rappresentate, seppur gravemente lacunose, raffigurano alcuni racconti biblici e sono collocate sulla parete destra della navata (quella sinistra originaria). I registri sovrapposti e separati orizzontalmente da colonne scanalate dipinte alternate ad altre lisce ospitano scene veterotestamentarie.
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