Occhio alle orchidee spontanee!

di Stefano Battaglini & Francesco Cervoni

Forse non tutti sanno che il nostro territorio, durante il periodo primaverile, è il teatro di uno spettacolo naturale davvero unico ed interessante.

In questo periodo infatti è possibile incontrare delle piante con fiori magnifici; forse qualcuno di voi penserà che appartengono ai soli paesi esotici, ma non è così!

Stiamo parlando delle Orchidee. Ebbene sì, proprio qui nei nostri prati e boschi è possibile incontrare tante specie appartenenti alla famiglia delle Orchidaceae. Specie che, al pari delle più conosciute cugine tropicali, possono assumere forme, dimensioni e colori davvero meravigliosi. In Italia sono infatti presenti più di 190 specie, di queste 94 sono presenti nel Lazio.

Ophrys argolica

Oltre alla bellezza però, con queste poche righe, vorremmo raccontarvi alcune curiosità che, secondo noi, vi faranno guardare le nostre orchidee spontanee in maniera ancora più affascinata.

La prima curiosità è relativa al nome attribuito a queste piante da parte di Teofrasto, che fu un filosofo e botanico greco vissuto nel IV secolo a.C. Orchis, pensate un po’, significa “testicolo” in greco (pensate all’orchite!) ed egli lo scelse per via dei rizotuberi che formano l’apparato radicale.

Ecco… chissà mai che forma avranno questi rizotuberi?! 

La seconda invece è che le orchidee, udite udite, sono cugine degli asparagi!

Grazie allo sviluppo di nuove ricerche di genetica molecolare, la famiglia delle orchidee è stata recentemente inclusa nell’ordine delle Asparagales, a cui fanno parte oltre ai già citati asparagi anche i pungitopi e le iris.

Quest’ordine fa parte di un importante raggruppamento di Angiosperme (piante a fiore) chiamato delle Monocotiledoni, ossia che presentano un solo cotiledone (foglia embrionale) alla nascita. Questo gruppo include anche le Graminaceae e le palme.

L’ultima ma non meno importante curiosità su queste incredibili piante è che si possono tranquillamente “incrociare”.

Questo crea non pochi problemi ai tassonomi botanici che le devono classificare, ma è incredibilmente affascinante.

Serapias vomeracea

Succede non così raramente che se in un determinato territorio siano presenti contemporaneamente due specie diverse di orchidee, possano apparire delle piante ibride con fiori aventi un mix di caratteristiche ereditate dai “genitori”. Questa incredibile promiscuità genera delle piante di una bellezza straordinaria. Pertanto i botanici classificano anche questi ibridi, inserendo una x all’interno del nome scientifico.

Ora però diamo un rapido sguardo alle orchidee del solo territorio dei Monti Cornicolani (comprese le aree di Gattaceca e Barco). Considerando anche le sottospecie e gli ibridi la flora orchidologica cornicolana raggiunge le 39 entità! Bisognerà di certo fare una revisione, non solo per controllare la presenza di nuove specie, ma anche, e soprattutto, perchè negli ultimi anni hanno visto la luce numerosi lavori scientifici basati su ricerche effettuate con marcatori molecolari nei quali sono stati proposti cambiamenti consistenti alla sistematica e alla nomenclatura di alcuni generi, e di conseguenza specie. In parole povere una specie che fino all’altroieri si chiamava in un modo oggi si è capito che in realtà si tratta di due o più specie, e logicamente a ognuna di esse va dato un nome diverso.

Degna di nota è la presenza di 26 taxa (con taxa [singolare taxon] si intendono sia specie, che sottospecie, che ibridi) per Grotte Cerqueta, e proprio per questo è la località cornicolana più ricca sotto questo aspetto, a seguire Poggio Cesi con 21 taxa. Diverse sono le specie rare osservate, come ad es. Ophrys speculum.

Gli ibridi Ophrys x albertiana e O. x maremmae sono stati rinvenuti solamente nel bosco di Grotte Cerqueta. 

Prima di concludere e con la speranza di aver annaffiato con le nostre parole, quel piccolo seme di curiosità che c’è in ognuno di voi, dobbiamo aggiungere solamente un qualcosa legato alla consapevolezza.

Le nostre orchidee spontanee sono un patrimonio inestimabile della biodiversità del nostro territorio. Sono dei piccoli miracoli della natura che devono essere protetti e tutelati.

Cogliere un fiore è un gesto che è sicuramente associato alla gentilezza e ad un buon sentimento, questo però nel caso delle orchidee non è affatto vero. Dobbiamo cambiare la nostra mentalità e rubare tanta bellezza solo con lo sguardo o, tutt’al più, con una foto che, a differenza del fiore reciso, non appassirà mai!

Orchis simia
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Si tenga infine presente che tutte le specie di orchidee spontanee sono incluse nell’Allegato B della Convenzione di Washington (CITES), per cui ne è vietata la raccolta, l’importazione, l’esportazione, il trasporto e la detenzione. Pertanto se non vi abbiamo convinto con la nostra trattazione sul fascino di queste piante, è giusto che sappiate che essere beccati con questi fiori in mano significa correre il rischio di passare spiacevoli guai….

Le foto sono state scattate da Stefano Battaglini quest’anno nella Macchia di Gattaceca, all’interno della Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco.

Fonti:

  • Giardini M., 2012. Le orchidee spontanee dei Monti Cornicolani. In: Giardini M. (ed.). Sant’Angelo Romano (Monti Cornicolani, Roma). Un territorio ricco di storia e di natura. Regione Lazio, Assessorato Ambiente e Sviluppo sostenibile, Comune di Sant’Angelo Romano. Grafica Ripoli, Tivoli: 134-142.
  • Pagina ufficiale del G.I.R.O.S. – Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (giros.it/main.htm)

La Redazione de IlTerritorio.net ringrazia Francesco Cervoni e Stefano Battaglini per il contributo.

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