Associazione NDERS: la prima in Italia dedicata alle esperienze premorte – Intervista a Davide De Alexandris

Cos’è l’Associazione NDERS? Si tratta della prima in Italia dedicata a chi ha avuto (ma non solo…)

delle esperienze ai confini della morte, conosciute come NDE (Near Death Experience) ovvero fenomeni straordinariamente affascinanti che continuano a suscitare grande interesse e dibattito. Queste esperienze, descritte principalmente da coloro che hanno ripreso le proprie funzioni vitali dopo aver attraversato situazioni critiche quali gravi patologie, eventi traumatici o il coma, offrono uno sguardo affascinante sul confine tra la vita e la morte.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Davide De Alexandris, Presidente e fondatore dell’associazione NDERS, un punto di riferimento per coloro che hanno vissuto esperienze premorte o che cercano conforto nelle testimonianze di coloro che le hanno vissute.

Chi è Davide De Alexandris ?

Davide de Alexandris - Presidente Associazione NDERS (Foto: Mario Gautieri)
Davide de Alexandris – Presidente Associazione NDERS (Foto: Mario Gautieri)

Ho 45 anni e sono di origine ligure, vivo in provincia di Roma. Nella vita faccio il consulente informatico, dunque giro molto per vari clienti. Da poco tempo sono Presidente di un‘associazione di volontariato chiamata NDERS: ci occupiamo di persone che nella vita hanno avuto esperienze di premorte, per far sì che questo loro vissuto particolare riesca ad essere gestito e integrato.

L’obiettivo è far si che tutte queste particolari esperienze siano d’aiuto, a loro volta, ad altre persone a superare dei lutti traumatici, e in generale ad accogliere un’altra visione della vita, dunque a soffrire di meno.

In che modo?

Prevediamo incontri sul territorio di tipo “Auto Mutuo Aiuto” (AMA) per persone che a seguito di una NDE hanno bisogno di confrontarsi con chi c’è già passato.

Cerchiamo di affrontare il tema senza spettacolarizzarlo.

Sono benvenuti anche coloro che cercano nelle NDE risposte alle proprie domande, paure o dolore.

Utilizziamo il gruppo Facebook come punto di riferimento: scopo del gruppo è di attivarsi per far si che gli Operatori Sanitari abbiano accesso alle informazioni delle NDE e sappiano direzionare chi ne è reduce verso un gruppo AMA locale.

Lo definirei come una “piazzetta” dove ci si incontra. Attualmente conta circa 250 persone ed è in crescita: in realtà molte delle persone presenti sono all’interno semplicemente perché hanno avuto dei lutti e hanno bisogno di confortarsi e rassicurarsi sulla morte.

Infatti è quello che non conosciamo che ci spaventa! Ma c’è anche una piccola nicchia di iscritti, circa 20 persone, che hanno trovato il coraggio di confessare la loro esperienza di premorte: la maggior parte contattandomi in privato, e solo 4-5 di loro pubblicamente.

Perché ci vuole coraggio: vieni preso per matto, ci si sente a disagio e giudicati. La difficoltà di parlarne è alta perché puoi anche esser preso per uno che vuole attirare l’attenzione.

Questo ti porta a rinchiuderti, non raccontare. A me è capitato qualcosa di simile: esser trattato come un angelo in terra! Ti caricano di qualcosa che non è veritiero.

Il motivo è che esistono altrettante persone che speculano su questa cosa, in gruppi “pseudo” spirituali, iniziano a definirsi “guru”, guide spirituali, e così vengono venerate… ma soprattutto, pagate.

Alcuni mi hanno offerto soldi chiedendo di poter parlare con i loro cari defunti… E sono rimasto sorpreso, è una cosa che non farei mai… approfittarsi del dolore altrui per lucrare.

Qual è la pericolosità, dunque quali sono i lati negativi, secondo te, di tale attività di divulgazione?

Quindi quali contro?

Raccontare queste cose aiuta tantissimo: ma dall’altra persona vai a schiacciare i piedi alle persone che dicevo prima. I fantomatici guru e santoni che prosperano su facebook, che usano strumenti più disparati. Spesso, se non sono a pagamento, lo fanno per il semplice gusto di gonfiare il proprio ego... ecco questa mia iniziativa sta dando fastidio a questa categoria di persone.

Qui arriviamo dunque a un carattere importante che deve esserci, mettendosi alla guida di un’attività come quella della NDERS onlus: la trasparenza. Che ne pensi?

Sì assolutamente. Questo è uno dei motivi per cui io ho aspettato per creare l’associazione. Finché non ho ottenuto un conto corrente dedicato, non ho fatto passare neanche 1 euro sul mio personale. Non si gioca con queste cose. L’unico modo che ho per essere credibile è mettere tutto alla luce del sole.

Oltre te, chi c’è dietro l’Associazione NDERS?

L’associazione NDERS è stata fondata da 7 persone, ma le persone che inizialmente erano interessate, purtroppo non erano su Roma. Le 7 firme dei soci dovevano essere in originale… Inoltre l’altro problema è che molti, di Roma, non erano disposti a firmare. Quindi alla fine ho cercato persone di zona, ma che trattavano già tematiche affini! Ad esempio la vice presidente è un’impiegata ma nel privato coltiva tematiche legate alla spiritualità e crescita personale. Oppure Alessandra, la moderatrice del gruppo, conosciuta all’epoca del famoso documentario . Trovare le persone è stato dunque molto faticoso.

Se non ricordo male la tua esperienza di premorte è stata quando eri piccolo. Nonostante la giovane età pensi che questa cosa abbia cambiato il tuo modo di vedere le cose?

Sì. Avevo 5 anni: io me lo chiedo sempre. Si dice che le NDE siano un tipo di esperienze profondamente trasformative. Ci sono persone che cambiano partner, lavoro, vita insomma. Ho conosciuto un manager che si è messo a fare massaggi ad esempio. Cambiano le tue prospettive.

Tanti anni fa gestivo un forum online, qui c’era un uomo mezzo nazista, ce l’aveva con tutti gli omosessuali, le persone di altre etnie… ecc. Ebbene, io mi ci attaccavo spesso. Dopo un po’ di tempo questa persona ha iniziato a chiedere scusa per il suo atteggiamento.

Quando ci siamo sentiti in privato, ho scoperto che aveva avuto un brutto incidente e che era sopravvissuto per miracolo: aveva, a detta sua “visto delle cose che non sapeva come spiegare”. Insomma, come me aveva vissuto una NDE. Io all’epoca ancora non avevo mai confessato la mia esperienza.

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Per i bambini è diverso: ci sono anche studi scientifici a riguardo, come quello dello IANDS , per i bambini in realtà non c’è un cambiamento. Non c’è un pregresso. Dunque ti ritrovi in realtà a vivere la tua vita con occhi diversi, la visione del mondo non è aderente a quella della vita vera. Nel caso delle NDE dei bambini abbiamo circa un 30 % che finisce in depressione o abusando di sostanze. Perché non capisci come funziona il mondo. Non capisci la società.

Però se superi questo riesci a capire quali sono le priorità della vita e alzi il livello della tua esistenza, gli dai un significato di verso, sai di avere un compito, di dover imparare delle cose, prima o poi.

Per la parte “scientifica” invece, come vi muovete?

Abbiamo con noi il dott. Davide Vaccarin, che era nel famoso documentario: oggi è il direttore scientifico dell’associazione NDERS. Ora sta facendo una ricerca sulle OBE Esperienze extracorporee insieme all’Università di Padova, per raccogliere le prove. Di fatto è una versione italiana del progetto AWARE da cui è emerso tra l’altro che circa il 40% dei soggetti esaminati ha avuto “percezioni di consapevolezza” durante l’arresto cardiaco, ma solo il 9% ha avuto NDE. Il dottor Parnia ha affermato: “Potrebbero essere molti di più i casi di esperienze dopo la morte ma molti non le ricordano a causa dei danni al cervello o ai sedativi che sono stati somministrati”.

Hanno studiato circa 585 casi di arresti cardiaci, mettendo dei tablet a terra che proiettavano delle immagini. Di questi 585 ne sono sopravvissuti 55, e di questi una persona ha raccontato di aver visto qualcosa, e due persone di aver sentito stimoli sonori nonostante fossero in arresto cardiaco. Dallo studio è emerso infatti che qualche secondo dopo l’arresto cardiaco, il cervello non solo continua a funzionare, ma è in un studio definito da Parnia “disinibizione”: in pratica è come accede al 100% del cervello, a tutte le aree della memoria. Come se stesse facendo dei calcoli complessi, con tutte le onde tipiche di un cervello impegnato a fare ragionamenti complessi. Si presuppone dunque che le NDE avvengano in quel momento.

Insomma, in sintesi tutti gli studi mirano a comprendere, in un certo senso, il nostro cervello, l’essenza della coscienza e dunque come funzioniamo realmente.

IlTerritorio.net

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