
Con l’avvento degli smartphone, la nostra società ha subito un mutamento antropologico di proporzioni sorprendenti, trasformando la realtà tangibile in una dimensione virtuale. Questa trasformazione è avvenuta così rapidamente che l’abbiamo accolta passivamente, catapultandoci nel mondo della virtualità e ridefinendo le nostre abitudini e il modo di interpretarle. Ma cosa è successo alla lingua in tutto questo? La lingua stessa si è frammentata, ha perso la sua capacità di elaborare pensieri complessi per ridursi alla semplice espressione di affermazioni banali. È diventato un meccanismo superficiale, un utilizzo della lingua appiattito sulla quotidianità e sull’istantaneità del pensiero fugace. Purtroppo, questa superficialità si è riflesso anche nella società, che ha iniziato ad abbassarsi sempre più, concentrando l’attenzione sugli aspetti negativi della vita.
Al centro della nostra esistenza risiedono le emozioni, e stimolarle è ciò che dà significato alla nostra vita. Secondo il punto di vista dell’artista, il cambiamento antropologico è avvenuto proprio sfruttando le potenzialità del linguaggio frammentario tipico dei social media, al fine di suscitare emozioni superficiali e ampliare la nostra consapevolezza di ciò che ci circonda. Purtroppo, la ricchezza del lessico astratto della nostra meravigliosa lingua italiana ha perso di consistenza, di quella forza che ci permetteva di immaginare al di là della realtà, superando le limitazioni della vita quotidiana che talvolta ci imprigiona. Riscoprire le potenzialità della lingua e utilizzare le sue sfumature ha conseguenze importanti a livello sociale ed economico. Infatti, avere una padronanza della lingua permette all’individuo di superare gli ostacoli e gli imprevisti con una prospettiva diversa, elaborando modelli esistenziali più ricchi. La vera forza di avere una padronanza della lingua, però, risiede nella sua capacità di elevare l’individuo. Purtroppo, la società di oggi sembra sempre più incline a una sorta di appiattimento.
Come omaggio a Dante Alighieri, il padre della nostra lingua, la Performance “Da Dante ai giorni nostri: una riflessione sull’esistenza”. L’obiettivo di questa performance è stimolare la riflessione sull’importanza di vivere attivamente la nostra vita, riconoscendo che ognuno di noi è unico e speciale, pur mantenendo la propria individualità. Questo concetto fondamentale ci aiuta a riscoprire o scoprire Dante e la ricchezza della lingua poetica italiana. Uniformarsi significa frammentarsi, utilizzando la lingua solo per affermazioni banali. D’altra parte, coltivare l’originalità e la creatività ci permette di intraprendere un viaggio alla scoperta di noi stessi, ponendoci domande fondamentali per il nostro sviluppo personale e spirituale.
L’appuntamento sarà in Piazza Federico Zeri, a Fonte Nuova, Mercoledì 19 Luglio alle ore 21.00.

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