
Questa mattina, il carcere di Rebibbia di Roma è stato scosso da momenti di forte tensione quando un detenuto romano è riuscito a sfuggire ai controlli durante l’uscita in cortile. Con audacia, l’uomo di 45 anni è salito sulla gru utilizzata per lavori all’interno del carcere, minacciando di gettarsi nel vuoto.
Il detenuto, appartenente al reparto G11 e scontando una pena per detenzione abusiva di armi, maltrattamenti in famiglia e minacce, ha superato le recinzioni del cortile e della perimetrazione, raggiungendo la cima della gru poco prima delle 10.00 del mattino. In preda all’angoscia, ha gridato frasi come “Mandatemi un elicottero”, camminando avanti e indietro lungo la struttura metallica.
Il detenuto aveva originariamente una data di rilascio prevista per aprile 2024, ma domenica mattina ha preso la drastica decisione di salire sulla gru e chiedere di poter “parlare con qualcuno” riguardo al suo caso. Dopo tre ore di infruttuose trattative, la situazione è stata affrontata da un’unità speciale di negoziatori della questura di Roma, composta da personale esperto proveniente dalla squadra mobile, dalla digos e dalla squadra interventi critici (Sic).
L’intervento della squadra mista, guidata dall’ufficio prevenzione generale della questura ma con input diretti dal questore, è stato determinante. Dopo quasi sei ore dall’inizio della crisi, attorno alle 15, il detenuto ha finalmente acconsentito a scendere dalla gru. La sua resa è stata il risultato della pazienza e delle competenze dei negoziatori, che sono riusciti a stabilire un dialogo con lui, affrontando le sue preoccupazioni e cercando di capire le sue motivazioni.

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