
Nell’arco dei secoli, le epoche si intrecciano e si sfiorano, connettendo mondi distanti attraverso le filigrane dei racconti tramandati. Uno di questi mondi appartiene ad Omero, il poeta dell’antichità vissuto tra l’XI e il VII secolo avanti Cristo. Sebbene sia principalmente noto come autore dell’Iliade e dell’Odissea, oggi non ci soffermeremo sulla polemica legata alla ‘questione omerica’. Piuttosto, cerchiamo di afferrare la profonda visione epica che permea i suoi versi, una visione capace non solo di celebrare gli eroi e i valori di un’era passata, ma anche di fungere da specchio per scrutare la nostra contemporaneità.
Omero, con la sua penna ispirata, non fa semplicemente rivivere le gesta degli eroi dell’antichità; egli ci lascia un’eredità che si manifesta in modo sfaccettato. Questo retaggio, che insegna a decifrare la tessitura delle relazioni umane e le tensioni delle identità in divenire, ci invita a comprenderci nel contesto della società moderna.
Abbiamo intervistato l’autore Giuliano Belloni.
Ciao Giuliano, iniziamo con una domanda generica. Per te cos’è la Cultura?
Solitamente la cultura viene associata all’istruzione personale e all’arte, ma la definizione dovrebbe estendersi alle credenze, agli usi e alle tradizioni che legano insieme una comunità. È un concetto complesso che abbraccia conoscenza, credenze, arte, morale, diritto e costumi. La cultura è ciò che definisce sia l’individuo che la comunità.
“Omero detto l’Alighiero” sembra una storia affascinante. Perché hai scelto un titolo così singolare?
Il titolo è una scelta deliberata per aprire le porte all’immaginazione. “Omero detto l’Alighiero” rappresenta un connubio tra passato e presente, consentendo alla fantasia di fluire. Come una fiaba, il racconto ha una voce narrante e un pubblico, catturando la potenza della narrazione che è sempre stata presente nella mitologia.
Parlando di miti e fiabe, come “Omero detto l’Alighiero” si inserisce in questo contesto?
Questo libro è una testimonianza di ciò che chiamerei “fiaba raccontata di nuovo”. La sua struttura di prosa, lirica e fumetto si unisce per catturare l’immaginazione dei lettori di tutte le età. Il nome di Omero come protagonista, la storia tocca la natura umana, la curiosità e il desiderio di conoscenza che supera ogni confine.
Perché hai scelto il fumetto come mezzo di espressione?
Il fumetto è una forma letteraria a tutto tondo, e attraverso di esso ho voluto trasmettere la magia della vita ai giovani lettori. In una società spesso immobile e frammentata, il fumetto offre la possibilità di creare personaggi facilmente identificabili, in grado di affrontare le paure e le sfide di oggi. Questo libro è un invito a ritrovare la leggerezza e l’ironia attraverso la poesia, che è accessibile a tutti.
Qual è il messaggio centrale di “Omero detto l’Alighiero”?
Il libro riflette l’importanza di abbracciare la conoscenza e la lettura come strumenti fondamentali per arricchire la vita. Attraverso il viaggio di Omero, intendiamo comunicare che leggere è un atto di resistenza e di scoperta. Il fumetto, con la sua capacità di abbattere le barriere, diventa una porta per il mondo della poesia, che è universale e personale allo stesso tempo.
In che lingua è scritto il libro e quale è stata la tua considerazione nella scelta della lingua?
Abbiamo scelto un italiano acuminato ed essenziale, ma anche vivace ed evocativo. Questa lingua aiuta a comunicare sia la leggerezza che la profondità dei messaggi presenti nel libro. Il libro è un viaggio nel mondo della poesia e della fantasia, un’opportunità per i giovani lettori di sognare e riflettere.
In conclusione, cosa ti piacerebbe che i lettori portassero con sé dopo aver letto “Omero detto l’Alighiero”?
Spero che i lettori portino con sé la consapevolezza dell’importanza della lettura e della cultura nella loro vita. Che comprendano che la poesia è accessibile a tutti, e che attraverso di essa possiamo abbracciare il mondo, superando le barriere tra età e interessi. “Omero detto l’Alighiero” è un invito a esplorare nuovi mondi con leggerezza e passione.

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