Sant’Angelo Romano. Allievo dedica al maestro una nuova specie di insetto

di Francesco Cervoni


Con sommo piacere mi trovo oggi a scrivere quest’articolo dedicato a due miei migliori amici e stretti
collaboratori.

Un particolare ringraziamento va a Gloria Zarletti che ha reso nota la notizia il 27 agosto, a cui io mi sono ispirato: https://www.ilpuntoquotidiano.it/da-allinsetto-il-nome-del-suo-prof/


Può far ridere leggere che “l’alunno dedica all’insetto del nome del prof”, come se questa fosse una sorta di offesa o ridicolizzazione (anche perché nell’immaginario collettivo gli insetti sono semplicemente animali brutti e schifosi, che servano solo ad essere schiacciati), ma in realtà è una forma di rispetto e riconoscenza e di profondo onore nel caso della persona a cui la specie è stata dedicata.


Non sarò qui a farvi una lezione di tassonomia, per cui esorto il lettore interessato ad informarsi
maggiormente sull’argomento, ma vi dirò in breve che quando si descrive una nuova specie per la scienza si seguono delle regole di nomenclatura, prima fra tutte è che il nome scientifico è scritto in latino e in
corsivo
, altra cosa importante da ricordare è che il primo nome corrisponda al genere e il secondo all’epiteto specifico, questi due nomi assieme formano la specie (es. Homo sapiens è la specie, Homo è il genere e sapiens è l’epiteto specifico). Spesso capita che il nome dato a una specie indichi una particolarità dell’organismo descritto (es. Oryctes nasicornis), oppure la sua provenienza geografica (es. Niphargus cornicolanus. Non mancano poi nomi bizzarri e divertenti come Aha ha o Thetys vagina, alla
faccia di tutti quelli che pensano che gli scienziati siano solo persone serie senza spirito dell’umorismo!
Spesso si dedicano a star internazionali o a personaggi di fantasia per renderli più accattivanti e famosi (es. Gollumjapyx smeagol). Ma di certo va per la maggiore dedicarle ad altri colleghi e naturalisti, come nel nostro caso. Svariate sono le specie che portano il nome di grandi scienziati come Darwin e Spallanzani.


I protagonisti della nostra storia sono Edoardo Pulvirenti di Guidonia Montecelio, giovane studente di
scienze naturali ed entomologo specializzato nella famiglia di coleotteri Elateridi (Elateridae in latino,
essendo migliaia le specie di insetti gli entomologi devono per forza specializzarsi in un particolare
raggruppamento di questi), e Marco Giardini di Sant’Angelo Romano, professore di scienze naturali al
Liceo Scientifico Majorana, botanico e paleobotanico conosciuto a livello internazionale, conosciuto
localmente per i suoi studi naturalistici sul territorio che svolge da più di qualche decennio a questa parte.
Il loro legame è destinato a rimanere eterno per la particolare passione che li accomuna, quella della natura e per la sete di conoscenza, terreno in cui si sono incontrati sui banchi di scuola.
Edoardo oggi è un giovanissimo ricercatore che si è diplomato presso il Liceo Majorana ed è un brillante
studente del corso di laurea triennale in Scienze Naturali a La Sapienza di Roma.


Le sue notevoli conoscenze entomologiche sono state ampiamente valorizzate già al liceo dalla sua
insegnante della disciplina Anna Piccolo. Ma il Prof. Giardini già da tempo teneva d’occhio Edoardo e il suo originale passatempo. Sapeva che lo studente, infatti, trascorreva il tempo libero osservando il mondo degli insetti, iniziando con gli Odonati (ovvero le libellule) e finendo poi con gli
Elateridi appunto, in particolare catalogando le specie presenti nel Parco dell’Inviolata. Per questo Giardini lo aveva spinto a proseguire i suoi studi naturalistici, anche portandolo con sé nelle escursioni sul campo e nelle attività di laboratorio da lui organizzate a scuola e fuori.


Per il resto, l’interesse di Edoardo, in genere poco gradito alla maggior parte dei ragazzi, è riuscito nel tempo a coinvolgere i compagni, che poi hanno subìto il suo fascino ed oggi nutrono nei suoi confronti un notevole rispetto e una grande ammirazione.


Già da giovanissimo è diventato il principale collaboratore (nonché discepolo) di Giuseppe Platia (“Pino”
per gli amici), specialista mondiale di Elateridi e autore di numerose pubblicazioni scientifiche, comprese le descrizioni di numerose nuove specie.

Edoardo oggi è già autore a sua volta di opere sulla materia ed è socio di diverse società scientifiche. A
livello locale si è occupato soprattutto dell’area del Parco dell’Inviolata, a partire con le ricerche effettuate
dalla Società Romana di Scienze Naturali (SRSN), dirette dal presidente Pierangelo Crucitti, insieme al sottoscritto Francesco Cervoni. Assieme a me ed altri giovani naturalisti guidoniani è tra i fondatori dell’Associazione Naturalistica Valle dell’Aniene (ANVA), con cui continuiamo a studiare la biodiversità del territorio per poi attuare misure di conservazione: conoscere per conservare!


In queste associazioni, ancora una volta, ha ritrovato il suo professore Marco Giardini, sua prima guida tra le meraviglie della natura.


Si è ricordato di lui quando, assieme al Dott. Giuseppe Platia, ha descritto 24 nuove specie di Elateridi dei
generi Girardelater, Procraerus e Xanthopenthes per la regione biogeografica orientale. L’articolo è stato
pubblicato sulla rivista Faunitaxys.


Abbiamo così oggi Procraerus giardinii proveniente dallo stato malese di Sarawak, sull’isola del Borneo.
Un’altra di queste specie descritta nella medesima pubblicazione, Xanthopenthes manettii, proveniente dal Sulawesi Meridionale (Indonesia), è stata dedicata ad un altro naturalista del nord-est romano, l’ornitologo Claudio Grispigni Manetti di Mentana, coautore di diversi studi naturalistici locali, ed anch’esso mentore dei giovani naturalisti, compreso Edoardo a cui affidò diversi anni fa uno stereomicroscopio, che si è rivelato essere di fondamentale importanza per il suo percorso di studi e ricerca.


I senior hanno reso omaggio a Edoardo donandogli la copia del “Catalogue commenté des Coléoptères
Elateridae d’Afrique subsaharienne” dello specialista Claude Girard (come si vede nella Fig. 2), edito dalla
Société entomologique de France, di non semplice reperibilità!


Ma già qualche anno prima, nel 2021, ha descritto un’altra specie, Ampedus eugenii, endemica della Calabria, dedicata in memoria di suo nonno Eugenio, colui che per primo gli infuse la passione e il rispetto nei confronti del mondo naturale.


Procraerus giardinii racconterà per sempre la storia di una passione e una conoscenza trasmesse dal maestro al suo allievo, di una riconoscenza ormai rara e di una scuola autentica, dove l’insegnamento non si cura dei fastidiosi moderni intermediari né della burocrazia ma va dritto per la sua strada verso la conoscenza. Una scuola, insomma, che ormai non c’è più, con rare eccezioni come questa che è una storia bellissima e vera.

Fig. 1. Edoardo e il Prof. Marco Giardini.
Fig. 2. Foto di gruppo; da sinistra verso destra: Francesco Cervoni, Marco Giardini, Edoardo Pulvirenti,
Claudio Grispigni Manetti.
Fig. 3. Le due specie recentemente descritte; a sinistra Procraerus giardinii che porta il nome del prof.
Fig. 4. Edoardo e suo nonno Eugenio.

ilterritorio.net

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