Sono arrivati gli alieni! Alla scoperta delle mantidi tra specie autoctone e non

mantidi

di Stefano Battaglini & Francesco Cervoni

No, no… non fate quella faccia scettica, perché vi renderete subito conto che questo titolo, volutamente accattivante, non è nella realtà dei fatti una cosa così lontana dalla verità.
E vi diciamo questo per due motivi:
1) l’insetto (o per meglio dire il gruppo di insetti) che stiamo per descrivervi ha un aspetto davvero alieno,
tanto da ispirare i creatori di alcuni personaggi di film di fantascienza;
2) in alcune zone d’Italia ci sono davvero delle specie “aliene” che si stanno diffondendo in maniera molto
molto rapida e decisa, ma non dovete pensare a “Mars Attacks”.

“Si, va bene, abbiamo capito… ma di che cosa state parlando?”
Avete ragione, scusateci!
Colti dall’impeto di creare un incipit intrigante per il nostro articolo, ci siamo completamente dimenticati di dirvi che le curiosità che vi andremo a raccontare riguardano le mantidi!
Un insetto iconico, dall’aspetto davvero bizzarro e dotato di tutti gli accorgimenti sapientemente selezionati da Madre Natura, in grado di renderlo un predatore eccezionale.

Per prima cosa dobbiamo dirvi che il nome comune solitamente utilizzato in Italia, è stato preso in prestito dal nome scientifico di una precisa specie di mantide, la più diffusa, che vive sul nostro territorio: Mantis religiosa.
Questo può facilmente confonderci e farci pensare che le varie specie che possiamo incontrare sul nostro
territorio, siano tutte mantidi religiose.
In realtà non è così ed infatti pur essendo tutte mantidi, di religiosa ce n’è una sola!
Battuta a parte, le 5 specie autoctone più comuni nella nostra zona a NE di Roma sono:

  • Mantis religiosa;
  • Iris oratoria;
  • Empusa pennata;
  • Ameles decolor;
  • Ameles spallanzania.

Le prime due sono sicuramente quelle che più comunemente ci può capitare di incontrare (si possono
distinguere facilmente perché Mantis religiosa ha il secondo paio di ali trasparenti, mentre sono colorate in Iris oratoria, inoltre in questa specie le ali delle femmine non rivestono completamente l’addome), le ultime tre, sia a causa dell’aspetto criptico sia per le dimensioni ridotte, sono un pochino più difficili da notare.

Mantidi
Foto collage di Mantis religiosa maschio (Stefano Battaglini)
Mantidi
Foto collage di Mantis religiosa femmina (Stefano Battaglini)

Tutte queste specie citate si possono rinvenire allo stadio adulto tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, eccezion fatta per Empusa pennata che si riproduce a inizio estate e passa l’inverno come individuo giovane (neanide). Nel corso dell’autunno le mantidi depongono le uova, e lo fanno producendo delle strane strutture (ooteche) che aderiscono su una superficie, le quali contengono le uova proteggendole dal freddo invernale. La loro osservazione sta a significare che l’equilibrio dell’ecosistema è in buone condizioni.

Come dicevamo prima hanno un aspetto davvero peculiare con la caratteristica coppia di zampe anteriori
che, in tutte le specie di mantidi, si sono modificate nel corso dell’evoluzione e sono diventate due pinze
dotate di uncini affilati, ideali per catturare le prede di cui si nutrono.
Tecnicamente vengono denominate zampe raptatorie e permettono alle mantidi di cacciare e trattenere il
loro pasto.


Vengono portate, in fase di riposo, in una tipica posizione che gli conferisce l’aspetto di braccia raccolte in
preghiera. Postura tanto particolare e riconoscibile da aver influenzato il nome comune della mantide
religiosa, un po’ in tutte le culture in giro per il mondo.
Altro aspetto fisico assolutamente curioso è il capo triangolare con due grandi occhi composti, ma in
mezzo a loro ci sono anche tre piccoli ocelli.

La mantide è un predatore che usa prettamente la vista e quindi detiene una elastica mobilità del capo, in
grado di girarlo in tutte le direzioni.
Questa caratteristica è davvero intrigante specie nel momento in cui le nostre amiche mantidi, accorgendosi del nostro arrivo, girano di scatto il loro viso verso di noi, fissandoci attentamente. Dato che la maggior parte delle persone non conosce questo comportamento, è molto probabile rimanere sbalorditi da un insetto che si gira di scatto ed incomincia a fissarci!?


Un’altra caratteristica evolutiva è la loro “invisibilità”. Sono insetti che cacciano le prede attendendo pazienti il loro arrivo e per fare questo devono essere poco visibili. Il loro camuffamento è così perfetto al punto che le mantidi, oltre a sembrare foglie, fiori o arbusti, ne imitano anche i movimenti.
La maggior parte di questi insetti infatti, quando si sposta, si muove oscillando proprio come le fronde delle piante su cui normalmente vivono.


Alcune specie sono così perfettamente adattate al loro ambiente che davvero sembrano possedere il mantello dell’invisibilità, tessuto con la lana di Camuflone (ndr Harry Potter docet).

Tra le nostrane, Empusa pennata è sicuramente quella dall’aspetto più criptico e particolareggiato.
Nelle mantidi in generale e sicuramente in tutte le specie presenti nella penisola italiana, è evidente un
marcato dimorfismo sessuale.

Questo significa che i maschi e le femmine sono strutturati in maniere diversa tra loro e in alcune specie, come per esempio le due specie di Ameles italiane, sono così diversi da non sembrare nemmeno della stessa specie. I maschi sono più snelli e dotati di due paia di ali perfettamente adatte al volo le femmine invece, hanno delle ali molto piccole assolutamente non idonee al volo che prendono il nome di ali vestigiali. In biologia con questo termine si intende un organo o una struttura un tempo funzionale che però attualmente, non svolge più la sua funzione originale essendo presente in forma abbozzata e rudimentale.


Questo aspetto crediamo sia davvero qualcosa di estremamente affascinante e ci deve far riflettere in maniera ancor di più approfondita, su quanto sia incredibile l’evoluzione di una specie. Non solo l’evoluzione nel corso dei secoli ha plasmato degli adattamenti fisici e comportamentali idonei alla sopravvivenza di questi insetti ma, addirittura all’interno della stessa specie, i maschi e le femmine si sono distinti in maniera differente in base alle necessità riproduttive. Sono i maschi che devono trovare le femmine e per fare ciò devono essere capaci di spostarsi molto, motivo per cui presentano ancora ali efficienti al volo.

Mantidi
Foto collage di Empusa pennata subadulto e adulto in alto a sinistra, quasi invisibile (Francesco
Cervoni)
Mantidi
Foto collage di Ameles decolor maschio (Stefano Battaglini)

Sempre a proposito di evoluzione vi è l’aspetto relativo al cannibalismo, sicuramente il più famoso di tutti. Durante l’accoppiamento la femmina, dopo essere stata fecondata, comincia a mangiare il maschio partendo dalla testa. Anche se questo non avviene sempre, il motivo per cui avviene questo comportamento è il bisogno della femmina di proteine necessarie alla produzione di uova. Studi specifici hanno dimostrato che una femmina che si è nutrita del maschio durante l’accoppiamento depone un maggior numero di uova rispetto ad una che non lo ha fatto. Dal canto suo il maschio, sempre grazie agli incredibili meccanismi evolutivi, riesce a portare avanti la copula anche senza la sua testa che, normalmente, è l’antipasto del banchetto nuziale della femmina.

Una cosa che invece non tutti sanno è che le mantidi, così come le termiti, sono un particolare gruppo di
blatte che si è distinto nel corso della storia evolutiva
. Quindi in parole povere sono degli “scarafaggi
modificati”! Per capirci meglio vi invitiamo a visionare questi due video:

Come abbiamo detto alcune righe fa, nell’ultimo periodo in Italia si stanno diffondendo delle mantidi aliene. Sarebbe più corretto definirle alloctone ossia specie che a causa del trasporto accidentale o intenzionale dell’uomo sono pervenute in un luogo diverso dall’areale originario.

Quelle che stanno velocemente conquistando il Nord Italia e che, per il momento, sono ancora poco diffuse dalle nostre parti, appartengono tutte al genere Hierodula e il loro luogo di origine è l’Asia. Sono insetti molto grandi e riconoscerli è abbastanza facile perché hanno una macchia chiara sulle ali anteriori che non è mai presente in nessuna mantide italiana. Nel Lazio è stata riscontrata Hierodula tenuidentata in due località, fra cui Roma (zona Tufello). Il loro ampliamento è in fase di studio e ancora non è ben chiaro che impatto abbiamo sull’ecosistema che vanno ad occupare e se possano in qualche modo mettere a rischio le mantidi italiane.

Per avere un’idea più precisa esiste una ricerca denominata “Progetto Mantidi Aliene” che punta a tenere sotto controllo la loro espansione. È richiesta la partecipazione di tutti e chiunque voglia dare il proprio contributo può collegarsi al sito: http://mantidialiene.netsons.org e compilare il modulo dove è possibile segnalare l’osservazione di questi insetti “forestieri”.

Sebbene di cose da dire sulle mantidi ce ne sarebbero ancora, siamo abbastanza soddisfatti delle
informazioni e curiosità che vi abbiamo raccontato. Come appassionati e studiosi di questi argomenti siamo assolutamente convinti che osservare il mondo naturale che ci circonda con un pochino di consapevolezza e conoscenza in più, può renderci tutti più rispettosi e responsabili nei confronti del nostro territorio che, senza il nostro impegno ed aiuto, rischia davvero di fare una brutta fine!

Si ringrazia lo specialista Marco Villani per la revisione del testo.
Per chi è curioso e appassionato di questi animali può iscriversi al gruppo FB “Amici di Mantidi”

IlTerritorio.net

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