
Oggi ho incontrato Marco Brocchieri, cofondatore e presidente dell’Associazione Oltre Il Ponte, si occupa di didattica STEAM e fabbricazione digitale, attualmente insegna Physical Computing al Quasar Institute for Advanced Design. Svolge numerosi corsi nelle scuole del territorio. Nel 2021 con Oltre Il Ponte ha realizzato il docufilm “Reccontame. Gli anni dell’occupazione tedesca a Montecelio”, raccogliendo le testimonianze degli abitanti di Montecelio vissuti durante il periodo della seconda guerra mondiale, e nel 2022 ha scritto “La Banda Ferraris e il Nord-est romano. Le fonti archivistiche sull’attività di Resistenza a Montecelio, Guidonia e Monte Gennaro” (di cui IlTerritorio.net ha parlato qui) incentrato appunto sulle
attività partigiane nell’area cornicolana.
In occasione della pubblicazione del suo ultimo libro – “La neve è caduta. L’attività delle bande partigiane tra Monterotondo e la Val d’Aniene” – ho voluto fargli qualche domanda per IlTerritorio.net, che ha sempre promosso le iniziative culturali, comprese quelle dell’Associazione Oltre Il Ponte.

1) Come e perché è nata l’idea di produrre questo libro?
Il libro nasce per ampliare le ricerche del precedente “La Banda Ferraris e il Nord-est romano”: all’epoca
avevo mosso i primi passi del lavoro per verificare quanto fosse fondato il luogo comune che voleva
l’assenza di Resistenza nel nostro territorio (piccolo spoiler: non era per niente fondato). Ho iniziato a
lavorare a questo secondo volume sia perché volevo verificare eventuali contatti avuti dalla Banda “Ferraris” di Guidonia con le formazioni partigiane dei comuni limitrofi, sia per analizzare, con lo stesso metodo utilizzato per il primo libro, la presenza e l’attività delle bande attive tra la Sabina Romana e la Val d’Aniene.
Una ricerca di questo tipo, per lo meno nella zona che analizzo, non era mai stata fatta in passato e,
forte della precedente esperienza, ritenevo che dagli archivi poteva emerge altro materiale molto interessante.
E così è stato, infatti: solo per fare alcuni esempi potrei citare le vicende di una missione segreta, paracadutata in zona dalla V Armata statunitense, legate agli aviolanci di armi e rifornimenti che gli Alleati operavano su Monte Gennaro, anticipandole alla radio con la frase in codice “la neve è caduta” (che dà il nome al libro), oppure i casi di alcuni esponenti della Resistenza lungo la Val d’Aniene che hanno trovato la morte in alcuni episodi abbastanza noti come gli eccidi delle Fosse Ardeatine e di La Storta, dimostrando come spesso e volentieri la storia locale vada ad intrecciarsi con la Storia con la “S” maiuscola.
2) Quante furono le bande partigiane districate sul territorio preso in esame?
Il territorio preso in esame, che da Monterotondo arriva a Carsoli e ai Monti Prenestini, ha visto la
presenza di circa trenta formazioni: alcune più strutturate e in grado di svolgere anche azioni di un certo
rilievo, altre di modeste dimensioni – che nel dopoguerra non furono riconosciute come “bande” dalle
commissioni incaricate di rilasciare le qualifiche di partigiano e patriota – ma comunque animate dalle
migliori intenzioni e dalla volontà di non rimanere a guardare mentre la propria terra veniva occupata
dall’esercito tedesco.
Al di là degli scontri a fuoco, che sono stati pochissimi, tutte queste compagini hanno compiuto molte azioni di sabotaggio contro gli automezzi tedeschi e le infrastrutture, hanno segnalato agli Alleati gli spostamenti del nemico e, soprattutto, si sono adoperate, tra mille difficoltà, per nascondere e assistere le migliaia di ex prigionieri di guerra, soprattutto inglesi, che dopo l’armistizio dell’8 settembre fuggirono dai campi di prigionia della Sabina e del vicino Abruzzo. Un caso emblematico è quello della comunità di Vallepietra:
qui, per Natale e Capodanno, ogni famiglia ospitò a cena almeno un ex prigioniero nascosto nei monti
accanto al paese. Tutto ciò, sottolineo, in un momento storico in cui il cibo scarseggiava e con le leggi di
guerra della RSI che punivano con la morte azioni di questo tipo. Non a caso il territorio che ho indagato ha pagato un prezzo abbastanza caro, tra rastrellamenti ed eccidi nazifascisti, in termini di vite umane. Un altro caso emblematico è quello avvenuto a Marcellina, dove due prigionieri sudafricani furono aiutati da alcuni civili del suddetto paese mentre erano nascosti sul Monte Gennaro; il loro diario è stato tradotto da Olimpio Giosi, che ne ha fatto il libro “Lo spirito nel pero”.
3) Quanto è durato il lavoro di stesura e quali difficoltà hai riscontrato?
Ho iniziato a lavorare a questo libro, con le prime ricerche d’archivio, nel luglio del 2022. La stesura del
testo è stata abbastanza lunga perché, indagando un territorio ampio, di volta in volta emergevano nuovi
elementi che mi hanno costretto ad approfondire alcune tematiche, effettuando nuove ricerche che richiesto tempo.
Forse, l’unica vera difficoltà che ho incontrato è stata relativa alla consultazione della bibliografia,
perché in alcuni casi ho dovuto reperire libri e articoli che, per diversi motivi, non erano facili da trovare e
consultare. In tal senso sono stati fondamentali l’aiuto di altri ricercatori che avevano già il materiale che
stavo cercando e l’attento lavoro di catalogazione e conservazione operato dalla Biblioteca “G. Stendardo” del Museo Storico della Liberazione di Roma e dalla Biblioteca “L. Lodi” – rimasta recentemente senza una sede – di Giano APS. Entrambe queste istituzioni conservano volumi ormai introvabili, risalenti anche all’immediato dopoguerra, importantissimi per chi si approccia a ricerche di questo tipo e in particolar modo sulle attività della Resistenza.
4) Da quello che hai potuto constatare, quanto interesse generale c’è rispetto alla storia e alle proprie radici? Le nuove generazioni sono interessate?
Devo dire che sono rimasto abbastanza sorpreso, in positivo, dell’affluenza che ho riscontrato nelle varie
presentazioni de “La Banda Ferraris e il Nord-est romano”, molto al di sopra di quanto ci aspettassimo con gli altri dell’Associazione Oltre Il Ponte. In alcuni casi sono nati anche dei dibattiti abbastanza accesi, segno dell’interesse suscitato dalla storia locale sulla Resistenza e dai temi trattati nei miei libri.
Purtroppo, però, bisogna dire che durante queste iniziative l’età media era quasi sempre molto alta. Le nuove generazioni bisogna andare un po’ a cercarle, soprattutto nelle scuole. Questo è il motivo per cui, nell’ultimo biennio, sia con Oltre Il Ponte che con il gruppo di lavoro del Cammino della Liberazione della Valle dell’Aniene, ho partecipato ad alcuni incontri con gli istituti secondari di primo e secondo grado. Aldilà dell’ottimo lavoro svolto dai professori, che avevano preparato a dovere le classi coinvolte, ho riscontrato un notevole interesse da parte degli studenti.
Degni di nota, a mio avviso, il lavoro svolto dalle terze medie dell’IC Giovanni XXIII di Villanova che, guidati dal prof. Stefano Scattone, dopo aver “adottato” il mio primo libro hanno mappato in digitale i luoghi della memoria del Nord-Est, e il trekking organizzato dal Cammino della Liberazione con l’ITCG Enrico Fermi di Tivoli durante il quale gli studenti hanno camminato, da Madonna della Pace a Subiaco, sui luoghi della Resistenza in Val d’Aniene.
5) Hai già in mente progetti futuri?
Al momento vorrei concentrarmi sulla promozione del libro e l’organizzazione delle presentazioni. Al
momento sono confermati due incontri, il 10 novembre presso la Biblioteca Comunale di Tivoli –
interverranno anche i professori Giovanni Paoloni e Federico Goddi di Sapienza Università di Roma – e il 3
dicembre al Museo Archeologico “Rodolfo Lanciani” di Montecelio. Poi, per metà febbraio 2024, si sta
organizzando un’iniziativa con la Sezione ANPI di Zagarolo.
Più in generale, con la collana editoriale “Oltre Il Ponte – Ricerche sul territorio di Montecelio” (di cui i
miei due libri fanno parte) vorremmo far uscire un volume sul cine-turismo, frutto della ricerca di Francesco Pirro, uno dei soci storici dell’Associazione.
La collana è un progetto che abbiamo fortemente voluto per raccogliere i lavori fatti in questi anni dai soci di Oltre Il Ponte e fornire lo stimolo per nuove ricerche che abbiano ad oggetto non solo gli anni della Resistenza, ma il nostro territorio tutto, ricco di storia, cultura e tradizioni millenarie.
Ringrazio moltissimo Marco Brocchieri per aver risposto in modo esaustivo alle domande. Ricordo a tutti gli interessati gli appuntamenti citati da Marco, il primo dei quali avverrà il 10 novembre. In quest’occasione sarà possibile acquistare il volume, che è comunque disponibile nei principali store online oltre che in alcuni negozi.
di Francesco Cervoni
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