Una pioggia di cemento cade sulla provincia di Roma

Roma è la città peggiore d’Italia a livello di consumo del suolo nel 2022: questo il dato più grave emerso dal rapporto pubblicato dall’Ispra Il consumo di suolo in Italia 2023”. Il problema, però, non riguarda solo la Capitale d’Italia. Anche la zona dei comuni limitrofi a Roma mostra una continua progressione.

I comuni della Provincia di Roma

Concentrando la nostra analisi su alcuni comuni dell’Area Nord Est di Roma, notiamo subito alcune particolarità. Anzitutto il posizionamento del comune di Guidonia, che con i suoi 1945 ettari di suolo consumato si colloca tra i primi comuni del Lazio, subito dopo Roma. Anche a livello incrementale, sia rispetto al 2021 che al 2006, Guidonia è il comune che maggiormente spinge sul cemento per sviluppare la sua realtà cittadina. Se spostiamo l’attenzione sulla percentuale di suolo consumato, Guidonia risulta essere superiore anche a Roma stessa.

In termini di percentuale di suolo occupato, molto alta è la posizione di Fonte Nuova, con il suo 21,86%. L’incremento netto mostra comunque un rallentamento nella corsa al cemento, che può far ben sperare per il futuro.

Incrementi alti in termini di ettari nell’ultimo anno si registrano anche a Montelibretti, Monterotondo e Velletri, comuni che stanno investendo sull’asfalto.

Allargando l’analisi agli ultimi 15 anni, i comuni che risultano aver maggiormente puntato sul cemento troviamo anche Tivoli, Mentana e Palombara Sabina.

Cosa succede quando si consuma troppo suolo?

Il primo impatto che si ha quando si verifica un forte consumo del suolo riguarda i cambiamenti climatici. Infatti, il suolo cittadino diventa ancora più caldo, soprattutto nei periodi estivi. Le città diventano sempre più calde: nei principali centri urbani italiani, la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C nelle aree più sature e seguendo andamenti diversi a seconda delle caratteristiche del territorio circostante. In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate.

Ma il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico, oltre 900 – in un solo anno – gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile nelle aree a pericolosità idraulica media, e provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole eliminando in 12 mesi altri 4.800 ettari, il 68% del consumo di suolo nazionale.

Ci sono poi i costi nascosti ad oggi dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici ricalcolati in base ai nuovi dati: 9 miliardi di euro ogni anno a causa della perdita di suolo rilevata tra il 2006 e il 2022.

Considerando il consumo di suolo totale dell’ultimo anno, più del 35% (più di 2.500 ettari) del suolo italiano si trova in aree a pericolosità sismica alta o molta alta. Infine, il 7,5% (quasi 530 ettari) è nelle aree a pericolosità da frana.

I rischi per l’Italia

Dai dati emersi dal rapporto dell’Ispra emerge che il consumo di suolo in Italia nel 2022 accelera arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 km2, oltre il 10% in più rispetto al 2021.

Il consumo di suolo continua a trasformare il territorio nazionale. Al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 km2, il 7,14% del suolo italiano (7,25% al netto di fiumi e laghi). I cambiamenti dell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese: nella pianura Padana, nella parte lombarda e veneta e lungo la direttrice della via Emilia, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese.

La perdita di suolo e di tutti i servizi ecosistemici che fornisce, compresa la capacità di assorbire l’acqua, non conosce battute d’arresto: il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove l’11% di territorio è ormai impermeabilizzato, un valore sensibilmente superiore alla media nazionale (con un aumento medio percentuale dello 0,33%).

Gli attori che generano il consumo di suolo

La logistica e la grande distribuzione organizzata, che rientrano tra le principali cause di consumo di suolo in Italia, nell’anno appena trascorso toccano il massimo dal 2006, con un picco di crescita superiore ai 506 ettari concentrato nel Nord-Est del Paese, con oltre 1.670 ettari (il 5,8% del totale del consumo di suolo dell’area), seguito dal Nord-Ovest con 1.540 ettari (6.1%) e il Centro (940 ettari; 4,7%).

Le grandi infrastrutture rappresentano l’8,4% del consumo totale, mentre gli edifici realizzati negli ultimi 12 mesi su suoli che nel 2021 erano agricoli o naturali sfiorano i 1.000 ettari, il 14% delle nuove superfici artificiali. 950 ettari (il 13,4%) in più per piazzali, parcheggi e altre aree pavimentate, mentre le aree estrattive consumano 380 ettari di suolo in un anno, pari al 5,4% del totale. Per l’installazione a terra di impianti fotovoltaici si sono resi necessari quasi 500 ettari di terreno, 243 dei quali rientrano nella classificazione europea di consumo di suolo.

La situazione del Lazio

Nel Lazio nl 2022 è stato consumato complessivamente l’8,16% della superficie regionale, pari a 140.430 ettari. Tra il 2021 e il 2022 c’è stato un ulteriore consumo di suolo di altri 485 ettari. Questi i numeri che pongono la regione tra le 7 che superano il dato medio nazionale di nuovo suolo consumato. Tra le provincie italiane la peggiore è proprio la Città metropolitana di Roma che si conferma quella dal maggior consumo di suolo con 70.300 ettari, anche grazie agli ulteriori 235 ettari solo nel 2022. Subito dietro, a livello regionale,  il territorio di Latina con 22.494 ettari di suolo consumato al 2022, pari a quasi il 10% della superficie provinciale, e quello di Frosinone con 22.313 ettari. 

I commenti degli esperti

«Nel Lazio, complessivamente, il fenomeno è pesantissimo, tanto che per incremento di consumo di suolo, la nostra è tra le regioni che fa peggio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -L’impermeabilizzazione derivante dal consumo di suolo non fa che acuire drasticamente i rischi idrogeologici. E’ necessario che si determinino ampliamenti e moltiplicazioni dei parchi regionali, normative per favorire gli abbattimenti degli abusi e politiche per garantire la rigenerazione e lo stop al consumo di suolo, in un grande impegno per la sicurezza delle persone, per la sostenibilità delle urbanistiche e per le generazioni future».

Anche Stefano Laporta, presidente Ispra, lancia l’allarme su un consumo del suolo che «non solo da due anni non rallenta più, ma nel 2022 accelera bruscamente e torna a correre a ritmi che, in Italia, non si vedevano da più di 10 anni. I fenomeni di trasformazione del territorio agricolo e naturale in aree artificiali hanno così sfiorato i 2,5 metri quadrati al secondo e riguardato quasi 77 chilometri quadrati in un solo anno, il 10% in più rispetto al 2021».

Un ritmo insostenibile secondo Laporta e che rappresenta «un grave vulnus per la capacità dell’Italia di adattarsi ai cambiamenti climatici, con territori sempre più fragili».

Il presidente Ispra, oltre a rimarcare «l’assenza di interventi normativi efficaci e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale», evidenzia come un consistente contenimento del consumo di suolo debba essere la premessa «per garantire una ripresa sostenibile dei nostri territori attraverso la promozione del capitale naturale e del paesaggio, la riqualificazione e la rigenerazione urbana e l’edilizia di qualità, oltre al riuso delle aree contaminate o dismesse».

Informazioni su Ramiro Baldacci 9 Articoli
Giornalista e scrittore, laureato in Giurisprudenza, lavoro nell'ambito della Comunicazione occupandomi dei rapporti con le testate locali di tutta Italia. Mi occupo di temi legati alla Cronaca, alla Natalità, all'Economia e alle Imprese, cercando di sviluppare sempre il positivo e la parte costruttiva di ogni notizia. Scrivo per l'Osservatorio Economico e Sociale Riparte l'Italia, collabora con Eunews, e ho fatto interventi su La Repubblica Palermo, Il Mattino, Il Corriere dell'Umbria, Primo Piano Molise e sono stato intervistato da Telepadova. Per maggiori informazioni: www.ramirobaldacci.com

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