
Laura Piermarini è una romanziera in erba e ha appena esordito con il suo primo libro. Pubblicato il 6 novembre, “Imparare ad amare” individua nelle numerose declinazioni dell’amore il suo nucleo tematico. IlTerritorio.net ha raggiunto Laura e le ha fatto qualche domanda: dal romanzo fresco di stampa al suo rapporto con la scrittura.
Il 6 novembre hai pubblicato il tuo primo romanzo, “Imparare ad amare”. Raccontacene la gestazione.
“Ho scritto il racconto – mi risulta ancora difficile dire “libro” – durante la stagione del Covid. La prima versione era completamente diversa da quella che ho poi pubblicato. In effetti, nel riprendere in mano la bozza dopo lunghi mesi nel cassetto, ho operato una lunga serie di tagli. Tuttavia sentivo che al romanzo mancava ancora qualcosa, sentivo di non aver comunicato quello che volevo. Perciò mi sono rivolta a Carlotta e Laura, due professioniste dell’editing, che mi hanno aiutato ad amalgamare il racconto e a cucire la trama nei punti deboli. Solo a questo punto ho presentato il romanzo alla PAV Edizioni”.
Come e quando nasce la tua passione per la scrittura?
“La passione per la scrittura è nata in età adolescenziale ed è figlia della passione per la lettura. Da allora io non faccio altro che leggere, soprattutto romanzi storici, fantasy e manga. Da queste letture sono nate le prime idee per i miei racconti, anche se poi in questo caso ho scritto di sentimenti. Molto ha contribuito inoltre, seppur inconsapevolmente, anche mia sorella, perché se ho iniziato a scrivere è stato anche per avvicinarla alla lettura, che allora le risultava veramente ostica”.
Come riesci a coniugarla con la tua professione di educatrice?
“Di solito non mi obbligo a scrivere per non cadere vittima della paura della pagina bianca. Anche per questo la conciliazione con la mia attività lavorativa avviene senza difficoltà. Anzi, spesso riesco a vedere la mia professione in continuità con la scrittura, poiché il contatto con i bambini è utile per stimolare l’ispirazione. Scrivo nei momenti di riposo, un paio di ore nel pomeriggio o nel fine settimana. Ogni idea che mi passa per la mente la butto giù. Probabilmente mi viene facile perché per ora non ho figli. Ma penso che se ne avessi troverei comunque il modo”.
A chi ti ispiri nello scrivere?
“Non saprei. Possono essere dei libri, come ho già detto. Ma le intuizioni arrivano spesso anche dalla musica: ascolto K-pop, Gemelli DiVersi e Articolo 31. Talvolta anche qualche fugace discorso in fondo all’autobus può ispirarmi”.
Hai proiettato qualche elemento autobiografico all’interno del romanzo?
“Sì, il rapporto di forte complicità che unisce Lili e Maria (le protagoniste del romanzo, ndr) è lo stesso che unisce mia sorella e me”.
Qual è la tematica cardinale di “Imparare ad amare”?
“Sicuramente l’amore, in tutte le sue forme. L’amore fraterno, l’amore amicale, l’amore passionale, l’amore possessivo e anche l’amore per se stessi, che è fondamentale per amare chiunque altro”.
Domenica 19 hai presentato il tuo libro: che momento è stato?
“L’emozione è stata forte. Tremavo e non solo dal freddo. Mi ha affiancato una donna della casa editrice, Aurora, che mi ha aiutato ad affrontare l’evento con un buon grado di disinvoltura. Ho addirittura autografato delle copie, ma non sono molto tagliata per stare al centro dell’attenzione. È stato bello perché ho potuto dare una parte di me alle persone che hanno comprato il libro. Spero che il messaggio contenuto al suo interno arrivi dritto ai loro cuori. Al momento il libro è disponibile su Amazon o sul sito della casa editrice e tra qualche tempo sarà possibile trovarlo anche nelle librerie. È stato un viaggio emozionante, che ricorderò e racconterò nel tempo”.

Dopo “Imparare ad amare”, quali sono i tuoi progetti letterari futuri?
“Spero di pubblicare al più presto il mio primo racconto, scritto – come ho raccontato – per invogliare mia sorella alla lettura. Si tratta di una storia fantasy. Ma non è l’unica: nel computer e nella mia mente, più o meno abbozzate, ne ho molte altre. Spero di pubblicare almeno le più valide”.
Commenta per primo