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Cronaca Bianca: raccontare il bene che costruisce in silenzio

La cronaca di solito porta alla luce ciò che rompe, divide, fa male.
Cronaca Bianca, invece, nasce per far vedere ciò che tiene insieme.

L’ho pensata così, questa rubrica.
Un piccolo spazio per raccontare ciò che spesso resta fuori dalle narrazioni dominanti: il bene che c’è, che lavora in silenzio, che non reclama visibilità ma fa la differenza ogni giorno.
È la cronaca del possibile. È l’altra faccia dell’umano. È il modo in cui scelgo di guardare il mondo.

Nel territorio di Mentana, tra i luoghi in cui questa dimensione è tangibile, c’è il CMR – Specialisti dell’Età Evolutiva Srl.
Qui ciò che colpisce non è solo la preparazione clinica: è il clima umano che la rende possibile.

Non solo competenze: un modo di lavorare che si costruisce insieme

Il CMR è un luogo in cui la preparazione non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza.
Ciò che sorprende è la cura dei rapporti interni: una qualità che non si misura con i test, ma si percepisce nel tono di una voce, in una pausa condivisa, in un confronto sereno tra colleghi.

E ve lo dico da dentro: quando entri in questo luogo, senti che c’è qualcosa di diverso.
Non solo perché le persone sono competenti, ma perché stanno bene tra loro. E questa condizione rende possibile ciò che accade ogni giorno nelle stanze della terapia.

Questo clima non è un caso.
È costruito. È custodito. È promosso quotidianamente in modo naturale, non imposto.
Ciò che viene vissuto all’interno del gruppo, inevitabilmente, arriva all’esterno.

Ludovica: la presenza che diventa fiducia

Guardare Ludovica lavorare aiuta a capire cosa significhi, in concreto, questo modo di vivere la professione.
Non c’è fretta, non c’è ansia da prestazione. C’è un bambino che esita su una trave, e c’è una terapeuta che non lo spinge, ma lo accompagna con lo sguardo.
Il tempo che lei gli concede è il tempo che lui trasforma in fiducia.

Non è un gesto tecnico. È un gesto umano.
Un gesto possibile perché Ludovica sa di non essere sola.
Quando chi opera si sente sostenuto da un team, può sostenere.
Quando si è accolti, si può accogliere.
Quando ci si sente visti, si impara a vedere.

La fiducia interna che diventa cura verso il territorio

Il clima che si respira tra i professionisti non rimane tra le pareti del centro.
Arriva alle famiglie.
Si riconosce nei colloqui, nelle domande fatte senza giudizio, nei silenzi rispettati, negli incoraggiamenti misurati.
È una forma di presenza che non deriva da un protocollo, ma da una cultura condivisa.

Non si tratta di fare squadra come slogan.
Si tratta di lavorare in un contesto in cui chiedere aiuto a un collega non è debolezza;
confrontarsi su un caso non è pressione;
prendersi un minuto per respirare non è inefficienza.

È normalità.
E questa normalità fa bene a chi ci lavora.
E proprio per questo, fa bene a chi si affida.

Il valore umano che vale più di qualunque tecnica

Non racconto tutto questo per celebrare una struttura.
Racconto questa storia perché mostra ciò che spesso resta invisibile: un lavoro professionale che nasce da relazioni sane.

È una cronaca, non un elogio.
È la cronaca di un bene che esiste, che non fa rumore, che non si promuove, ma che funziona.
L’essere umano quando è messo in condizione di esprimerlo, ha un cuore grande.

Nel CMR di Mentana, la professionalità non si limita alle competenze:
diventa qualità della presenza.
Diventa modo di stare nel mondo.
Diventa testimonianza concreta che lavorare bene è possibile, quando si sta bene insieme.

Questa è Cronaca Bianca.
La narrazione del bene che resiste.
Che costruisce.
Che, nel silenzio, cambia le cose.

Per me raccontare tutto questo è un modo per dire che non è tutto marcio e che siamo fatti per essere straordinari.

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