Le nuove dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump hanno riacceso le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa. Con l’annuncio di nuovi dazi su diverse categorie di importazioni europee, la Casa Bianca ha rilanciato una visione protezionista che rischia di ripercuotersi anche sul mercato immobiliare italiano.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito la mossa “sconvolgente” e Bruxelles ha annunciato contromisure. L’escalation potrebbe generare effetti significativi sull’economia europea e, in particolare, sul comparto delle costruzioni.
Pressione sull’Italia: export e fiducia
L’export italiano verso gli Stati Uniti vale oltre 70 miliardi di euro e coinvolge settori chiave come la meccanica, l’arredo e i materiali per l’edilizia. Una contrazione dei flussi commerciali inciderebbe su occupazione, redditi e fiducia dei consumatori, variabili determinanti per sostenere la domanda immobiliare. In un clima di incertezza, famiglie e imprese potrebbero rinviare acquisti e ristrutturazioni.
Materie prime e costi di costruzione
Tra gli effetti più immediati c’è il rischio di aumento dei prezzi di acciaio, legname e alluminio, già soggetti a forti oscillazioni. L’eventuale rincaro andrebbe a ridurre i margini delle imprese e a rendere più costosa la casa nuova o gli interventi di riqualificazione, frenando i progetti di rigenerazione urbana ed efficienza energetica.
Mutui e politica monetaria
L’inflazione, spinta dal rialzo delle materie prime, potrebbe condizionare le decisioni della Banca Centrale Europea sui tassi. Se il previsto taglio dovesse slittare, le condizioni dei mutui rimarrebbero incerte, influenzando la capacità delle famiglie di pianificare l’acquisto di un immobile.
Un mercato immobiliare a due velocità
La situazione internazionale rischia di accentuare le differenze già presenti: grandi città e aree turistiche in crescita, territori periferici più esposti al rallentamento. Un divario che potrebbe consolidarsi e rendere la ripresa selettiva.
Le sfide per le imprese
Secondo gli esperti, il settore edilizio non può più limitarsi a resistere: è necessario diversificare le fonti di approvvigionamento, investire in digitalizzazione ed efficienza e pianificare con lungimiranza. L’instabilità globale potrebbe spostare l’attenzione verso il patrimonio immobiliare esistente e riqualificato, più sostenibile e accessibile rispetto al nuovo.
Il vero nodo resta la capacità di anticipare i segnali: solo le imprese in grado di interpretare i cambiamenti in anticipo potranno mantenere competitività e cogliere nuove opportunità in un mercato in continua evoluzione.
FONTE: ilsole24ore.it

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