Un progetto stabile di accoglienza per il territorio
Nel cuore del Distretto socio-sanitario RM 5.1, che comprende Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova, nasce un presidio concreto contro la marginalità: “La Porta Aperta”, la nuova Stazione di Posta realizzata dalla Diocesi Sabina in collaborazione con la Fondazione San Giorgio di Roma.
La struttura sarà inaugurata nei prossimi giorni a Monterotondo vecchio, con l’obiettivo di offrire accoglienza notturna, pasti caldi e percorsi di inclusione sociale alle persone senza fissa dimora.
Dieci posti letto, pasti e vigilanza h24
All’interno della struttura sono disponibili 10 posti letto per uomini e donne, distribuiti in un ambiente sicuro e ristrutturato con standard di qualità elevati. Ogni notte sarà garantita la vigilanza attiva 24 ore su 24, con personale qualificato e un servizio di presidio continuo.
Gli ospiti potranno inoltre contare sulla distribuzione quotidiana della cena e della prima colazione, nonché sulla possibilità di essere coinvolti in attività diurne finalizzate al reinserimento sociale e lavorativo.
Come si accede alla struttura
L’accesso a “La Porta Aperta” avviene esclusivamente su segnalazione dei Servizi Sociali, del P.I.S. (Pronto Intervento Sociale) o delle realtà del terzo settore e del volontariato che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa.
Dopo la segnalazione, l’equipe della struttura effettua un colloquio di presa in carico, per poi avviare l’inserimento nel progetto.
Il vescovo Mandara: “Un’opera nata dall’ascolto del territorio”

Alla base di questa iniziativa non c’è solo un’opportunità offerta dal PNRR, ma un percorso avviato da anni dalla Diocesi Sabina.
«Il mio desiderio di andare in soccorso dei più bisognosi nasce ben prima del PNRR – afferma mons. Ernesto Mandara, vescovo della Diocesi Sabina – e deriva dalla visita pastorale che ho compiuto otto anni fa in questi comuni, quando mi resi conto della grave emergenza in cui vivevano le persone senza fissa dimora, fino ad allora seguite con grande generosità dalle parrocchie, ma senza strumenti adeguati per un intervento strutturale».
Mandara ha ricordato con gratitudine la donazione dell’immobile da parte di Anna Marcozzi, che ha permesso alla Diocesi di acquistare l’intera palazzina e avviare una ristrutturazione significativa.
«Con l’arrivo dei fondi PNRR e il supporto del Distretto RM 5.1 – prosegue – siamo riusciti a completare un progetto che ora doniamo alle comunità locali, sperando che generi benefici duraturi, ben oltre l’investimento iniziale».
Don Treppiedi: “Non assistenzialismo, ma riscatto sociale”
La Fondazione San Giorgio di Roma, presieduta da don Antonino Treppiedi, è l’ente gestore della struttura e ha curato la realizzazione dell’intero progetto.
«L’iniziativa “La Porta Aperta” non vuole essere una risposta emergenziale o pietistica – dichiara don Treppiedi – ma un progetto di prossimità che incida realmente nella vita di chi attraversa una fase critica, con l’obiettivo di reintegrarlo nella società. Non creiamo dipendenza dal sostegno ricevuto, ma accompagniamo verso una ripartenza concreta, dignitosa e possibile».
Il presidente della Fondazione ha ringraziato tutti i soggetti coinvolti nel progetto, tra cui il RUP del Comune di Monterotondo Marco Montanari, i sindaci del Distretto, la ASL Roma 5 e in particolare la direttrice generale Silvia Cavalli, oltre ai volontari, professionisti e operatori delle Caritas locali che permetteranno alla struttura di essere operativa a lungo.
Un servizio pensato per restare nel tempo
Il progetto è stato finanziato con il contributo del PNRR e con il co-finanziamento del Distretto RM 5.1, ma l’impostazione gestionale è stata pensata per durare anche dopo la fine dei finanziamenti europei, rendendo “La Porta Aperta” un presidio stabile di dignità e reinserimento sociale sul territorio.
Contatti utili
📧 stazionediposta@fondazionesangiorgioroma.it
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