Un’altra settimana è iniziata al Peano e, ancora una volta, il Liceo Scientifico di Monterotondo ha aperto le porte ad un convegno in onore della giornata della Terra (22 aprile). Dopo i dovuti saluti istituzionali da parte del sindaco di Monterotondo Riccardo Varone e della preside Roberta Moncado, la conferenza è stata inaugurata dalla commissione green composta dalle professoresse Maria Gaetana Barelli, Luisella Dragonetti e Michela Barone. La parola è poi passata al prof. Antonello Pasini: primo ricercatore del CNR e dell’istituto sull’inquinamento atmosferico, docente di fisica del clima presso l’Università Roma Tre, scrittore di molte opere (tra le più importanti “Effetto serra, effetto guerra” e “l’equazione dei disastri”) e divulgatore scientifico del Blog “Kyoto fisso”.

Uno dei grandi problemi del XXI secolo è la crisi climatica che sta mettendo in ginocchio l’intero pianeta. Questa ci pone davanti a quattro sfide: conoscitiva (o scientifica), di visione del mondo (o filosofica), comunicativa e politica. A conferma di questo cambiamento, il prof. Pasini, ha riportato e analizzato alcuni grafici, da cui è emerso che a distanza di 170 anni da oggi, l’atmosfera terrestre si è riscaldata di 1,2°C. In Italia la situazione è ancora peggiore: negli ultimi 100 anni la nostra penisola si è riscaldata circa il doppio rispetto alla media globale.

Questo trova una giustificazione nella fisica: i 2/3 della superficie terrestre è formata da acqua che “ha una capacità termica maggiore dei suoli”. Il grafico che descrive l’andamento dei ghiacciai nel circolo polare artico, ne costituisce un altro esempio ancora più evidente del precedente. Dal 1979 ad oggi si può notare che l’estensione, in milioni di chilometri quadrati, della calotta glaciale artica è diminuita con la perdita di circa 3 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio. Il ricercatore Pasini, facendo un confronto con gli altri grafici, ha affermato: “Negli ultimi 40 anni abbiamo perso quasi 10 Italie di ghiaccio al Polo Nord”, poi continua dicendo: “Potrei farvi vedere decine se non centinaia di esempi di cambiamento climatico osservato ma non lo faccio perchè i dati da soli non parlano o, meglio, ci dicono che qualcosa sta cambiando ma non ci dicono il perchè. Per capirlo bisogna interpretare i dati con la nostra conoscenza teorica”.

A livello di principio, la temperatura superficiale terrestre è data da un equilibrio tra l’energia che entra e tende a riscaldare la Terra, e l’energia che esce e che tende a raffreddarla. Il nostro pianeta risponde ai raggi solari in parte riflettendoli sulle superfici bianche e in parte emettendo un’energia sulla banda dell’infrarosso. Nell’atmosfera, a causa della presenza di alcuni gas (come l’anidride carbonica o il metano), l’energia rimane “intrappolata” originando il famoso fenomeno dell’effetto-serra. Dopo tutte queste considerazioni, ne scaturisce un’ulteriore grafico complessivo dal quale si può dedurre che uno dei fattori principali del riscaldamento globale sono gli influssi umani (combustibili fossili, deforestazione…). Inoltre, i fisici sono in grado anche di fare degli esperimenti chiedendosi: “cosa sarebbe successo se gli influssi umani fossero rimasti fermi al 1850?” La risposta sarebbe che la temperatura superficiale sarebbe rimasta costante.

Potendo fare delle simulazioni del passato, è possibile fare anche delle previsioni del futuro: nello scenario peggiore la temperatura potrebbe salire di 5,5°C oppure in quello migliore la temperatura potrebbe rimanere entro i 2°C. A soffrire maggiormente di questa situazione sono senza dubbio i ghiacciai che lentamente stanno ancora rispondendo al riscaldamento degli ultimi decenni. Secondo alcune previsioni, se la temperatura dovesse rimanere costante, a fine secolo i ghiacciai perderebbero circa il 30% del volume e della superficie. L’obiettivo della comunità scientifica, secondo Pasini, è “gestire l’inevitabile con l’adattamento ma evitare l’ingestibile con la mitigazione”. Per quanto riguarda la sfida filosofica, l’uomo per essere libero, deve armonizzare la dinamica umana e sociale con la dinamica della natura, altrimenti dice Pasini: “Saremo perdenti e il problema non è per la Terra che ha subito cambiamenti epocali ma per noi che siamo in questa casa comune”.

Bisogna dunque evitare la disinformazione sui media, essendo più umili e cercando di omettere la propria visione del mondo nel messaggio. Infine, c’è anche una sfida politica in quanto la gestione della “cosa pubblica” è in mano ai politici. Per questo ci sono molti convegni sul clima, come quello di Parigi dove è stato sancito che nella seconda metà del secolo ci dovranno essere emissioni di carbonio netto zero. Nonostante siano state promesse molte cose, in pratica ne sono state attuate molte poche. In questo clima in cui i grandi della Terra non riescono a mettersi d’accordo, cosa fare? Nel nostro piccolo, tutti noi dobbiamo prendere coscienza dei problemi reali così da cambiare i nostri stili di vita. Il prof. Pasini conclude l’intervento dicendo: “Bisogna cambiare la narrazione: andare verso un futuro sostenibile, non significa fare sacrifici ma vuol dire andare a vivere meglio”. In seguito, i ragazzi del Peano hanno voluto rivolgere delle domande al fisico Pasini. “Abbiamo visto che questi cambiamenti climatici portano gravi danni anche all’uomo, dunque quanto tempo abbiamo?” Pasini risponde: “È difficile stimare quanto tempo abbiamo ma sicuramente qualche decennio, poiché bisogna sapere che l’anidride carbonica si accumula nel tempo. La comunità scientifica vede come unico obiettivo quello di andare ad annullare l’emissioni di gas serra entro il 2050”.

Pasini ha concluso rispondendo a questa domanda: “Lei ci ha parlato di cosa possiamo fare nel nostro piccolo, ma ha qualcosa da dire anche a chi ha il potere?” “Il vero consiglio è quello di guardare oltre il proprio naso, di avere una visione da statista verso la crisi di lungo periodo. Ci vuole che noi scienziati e voi giovani che abbiamo un’idea di risoluzione dei problemi in lontananza in quanto noi siamo abituati a fare queste cose mentre voi avete tutta la vita davanti. Dobbiamo collaborare per far capire queste cose alla nostra classe politica”.
Articolo di Antonio Liguori. Fotografie di Francesca Liguori.


