
Ancora Non So Interpretarmi Abbastanza.
È questo l’acronimo positivo della parola “ansia” che troviamo nel libro di Thomas Leoncini “L’ansia del colibrì”.
Il colibrì ha un segreto che non tutti conoscono: è la sua ansia a tenerlo vivo. Questo suo movimento ininterrotto per sopravvivere è il suo meccanismo di difesa.
Prendendo spunto dal colibrì, l’ansia non è sempre il “cattivo della storia”. A piccole dosi è come una sveglia interna che ci aiuta a non dimenticare le chiavi di casa, a prepararci per un esame o a dare il meglio in un momento cruciale.
La questione è che arriva quando vuole lei: prima di una riunione importante, mentre stai per prendere un aereo, o addirittura in fila al supermercato, senza un motivo preciso. È un po’ come quell’amica che telefona sempre all’ora di cena.
Imparare a riconoscerla, a parlarle come si farebbe con un’amica un po’ ansiosa – “Ho capito, ma adesso lasciami respirare” – può aiutare a ridimensionarla. Respirare, fare una passeggiata, concedersi un momento di calma: piccoli gesti che dicono all’ansia che, sì, è la benvenuta… ma non può restare a vivere con noi.
Lei agisce non per turbarci nell’equilibrio, ma per ripristinarlo attraverso la richiesta di un cambiamento ed è il meccanismo di difesa più nobile e sofisticato che abbiamo.
Dobbiamo cambiare la concezione che abbiamo dell’ansia; imparando a comprenderla è possibilmente stabilire con lei un’alleanza e smetterla di temerla.
L’ansia è quel sofisticato sistema interno che, contrariamente a quanto sembra, non è lì per rovinarci la giornata. Il suo obiettivo non è buttarci nel caos, ma piuttosto darci una bella spinta, spesso ripetuta, come un promemoria un po’ insistente, per dirci che è ora di cambiare qualcosa e rimettere in sesto il nostro equilibrio. Non è un errore da correggere, ma un linguaggio da decifrare.
Possiamo allora smettere di temere l’ansia e cominciare a farci pace: non come padrona di casa, ma come coinquilina che, ogni tanto, ha qualcosa di importante da dirci.



8 risposte
Ciao Vincenzo
Per me, l’ansia è spesso un segnale che una cosa è importante. Mi fa capire che ci tengo davvero e, anche se a volte è faticosa, mi spinge ad affrontare le situazioni con più attenzione, quasi come se fosse una sfida da superare.
Ciao Bruna
Ciao Bruna, ti ringrazio per questa riflessione. È bello vedere come riesci a dare un significato positivo a qualcosa che spesso pesa.
Grazie.
Concordo pienamente..parole sante …bravissimo come sempre Vincenzo Ceravolo
Ciao mitico “nero azzurro”. Grazie Davide per le belle parole. Amala.
Quanto nella società di oggi sarebbe importante educare i giovani nella gestione dell’ansia, così da poterla utilizzare come energia positiva nelle situazioni di stress, come ad esempio fanno i campioni in un evento sportivo.
Grazie Vincenzo
Grazie Lorenzo per la riflessione, hai perfettamente ragione. Educare i giovani a gestire l’ansia in modo costruttivo è fondamentale per trasformarla in una spinta positiva, proprio come accade nello sport.
La tua esperienza di insegnante e allenatore rende questo pensiero ancora più significativo.
Buongiorno, sempre grande Vincenzo.
L’ansia è un qualcosa con la quale tutti o quasi conviviamo, ma che spesso può diventare nemica se non riusciamo a comprenderla, a gestirla, e quindi a conviverci. Concordo in pieno con te Vincenzo.
È proprio così Gian Luca, l’ansia può essere una compagna difficile ma anche un’occasione per conoscerci meglio. Grazie per questo commento Gian Luca.