Stai cercando “luoghi nascosti” nel Lazio per una gita fuori porta? Continua a leggere per conoscere un antico monastero che accoglie un museo al suo interno.
A volte, a pochi chilometri da casa si celano sorprese inaspettate.
Questo perché i luoghi ricchi di storia in Italia sono tantissimi, e spesso scopriamo solo per caso le bellezze che abbiamo dietro l’angolo.
É il caso ad esempio delle grotte preistoriche vicino Roma, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente.
IL MONASTERO A FARA SABINA
Si tratta del “Monastero delle Clarisse Eremite” monache di clausura. Situato precisamente a Fara in Sabina, borgo in provincia di Rieti.
Il Monastero ha sede nel Castello di Fara e nasce nel Seicento per volere del cardinale Francesco Barberini, all’epoca Abbate Commendatario dell’Abbazia di Farfa ma l’idea deriva da Madre Francesca Farnese. Infatti dal 1400 il Castello diventa proprietà dell’abate di Farfa e quindi passa a varie famiglie: Orsini, Farnese, Della Rovere, Savelli, Colonna, Peretti e in fine Barberini.
Il cardinale Francesco Barberini era nipote del famoso papa Urbano VIII.
Dopo averlo completamente riorganizzato, decise di delimitare il terreno antistante con il muro di cinta, per isolarne la rigida clausura.
L’intento era proprio quello di creare il monastero delle Clarisse Eremite (1673).
Le leggi che regolavano la vita delle monache erano rivolte a un totale distacco dal mondo, al massimo rigore nella penitenza, ma soprattutto all’amore per la solitudine e il silenzio.
Alle monache era proibito ad esempio sentire i propri cari, fare ricami preziosi; oltre a pregare si lavorava l’orto un’ora al giorno e ognuna aveva il suo pezzo di terra da poter lavorare in silenzio.
Queste costituzioni, dettate dallo stesso Francesco Barberini, rimasero in vigore fino al 1963, infatti la struttura presenta ancora visibili tracce di questa impostazione organizzativa e di vita.
IL MUSEO DEL SILENZIO
Il Museo del Silenzio dimostra invece il contrario: l’obiettivo dell’Abbadessa che l’ha creato, Madre Chiara Farfalla, nel 2004, è proprio quello di far conoscere a quante più persone possibili il monastero e far vivere un’esperienza particolare.
Quello che si prova è infatti un’emozionante sensazione di assenza-presenza.
Si entra in una sala rettangolare, parte dell’antica chiesa di Santa Maria in Castello. Qui è rimasto un affresco quattrocentesco che raffigura la Madonna della Misericordia.
La chiesa fungeva da parlatorio, cioè l’unico ambiente di collegamento con il mondo esterno. Lo spazio in cui si accede è completamente buio e il silenzio predomina.
All’interno del museo sono esposti oggetti che rimandano alla quotidianità monastica.
Il biglietto di ingresso costa 5 euro, la visita dura circa un’ora. Si può visitare anche il Monastero (con la cucina quattrocentesca, il refettorio, il coro e la stanza che ospita 17 corpi di monache completamente incorrotti, rimasti intatti per secoli).





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