L’abitato di Montecelio (RM) sorge su due colli: uno di questi è Monte Albano. Gli studi hanno chiarito che la fondazione dei due luoghi deve essere attribuita alla stessa famiglia, quella dei Crescenzi di Sabina.
Nell’articolo precedente abbiamo parlato di come si sviluppa la storia di Montecelio attraverso varie famiglie importanti.
Tuttavia Montecelio sorge su due colli. Oltre a quello già citato, più alto, dove è arroccato il paese, dobbiamo ancora parlare di Monte Albano.
Forse ancora pochi ne conoscono la storia.
Si tratta della collina meno alta dell’attuale Montecelio, la cui cima oggi è occupata dal convento settecentesco di San Michele Arcangelo.
Nel 1980 Jean Coste pubblica l’articolo “Due villaggi scomparsi del Tiburtino: Monte Albano e Poggio di Monte Albano”…
Da questo articolo è stato possibile ricostruire la storia del colle.
L’altura mostra tracce di frequentazione molto antica, infatti sulle sue pendici dovevano essere collocati abitati di capanne riferibili all’età del bronzo (X-IX sec. a.C.).
Meglio conosciuta e documentata è l’occupazione di età medievale quando fu edificato un villaggio fortificato ad opera della famiglia Crescenzi, il Castrum Montis Albani (XI sec.).
Si tratta della stessa famiglia che circa un secolo prima aveva fondato il vicino Castrum Monticellorum
(X sec.).
L’abitato doveva essere in realtà costituito da un piccolo borgo con una rocca e una chiesetta.
I ruderi erano ancora visibili nel XVII secolo:
“Si ascende poscia il dorso del monte per strada assai facile e larga, e si arriva al piano, ove si vede la chiesa di S. Michele Arcangelo dirupata, con altre immense e vaste ruine…”
Angelo Picchetti (1656)
Agli inizi del 1200, dopo varie vicende, il centro passò in proprietà del monastero di S. Paolo fuori le Mura sotto il quale resterà per due secoli.
Successivamente viene venduto agli Orsini e dunque inglobato nel feudo di Monticelli (1436)… ma da qui in poi decadrà rapidamente.
IL COMPLESSO DI SAN MICHELE

Sappiamo che almeno fino al 1873 il vasto complesso di San Michele, storicamente tra i più interessanti del territorio comunale, era abitato.
Dopo un lungo periodo di abbandono, a partire dal 1979, quando ormai il complesso di S. Michele era ridotto allo stato di rudere, sono iniziati i restauri.
Diventa così sede dell’Istituto di Grafica e Comunicazione della Regione Lazio.
Attualmente è sede del museo archeologico Rodolfo Lanciani, dove è conservato il capolavoro scultoreo della Triade Capitolina, se vuoi saperne di più…leggi qui il prossimo articolo!
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