Natale 2025: meno spese a tavola ma tradizioni salde

A pochi giorni dal Natale, gli italiani si preparano a sedersi a tavola con un atteggiamento più cauto rispetto al passato. Le feste restano un appuntamento centrale, ma sempre più spesso si consumano in casa: quasi tre italiani su quattro trascorreranno la Vigilia e il pranzo del 25 dicembre tra le proprie mura o da parenti, confermando il carattere domestico del Natale. Una scelta trasversale alle fasce d’età e ai territori, anche se più marcata tra gli over 34 e nel Mezzogiorno. Il fuori casa resta una minoranza: pochi scelgono ristoranti o locali, mentre viaggi e vacanze coinvolgono una quota limitata, soprattutto tra i più giovani e nel Nord. Il quadro che emerge è quello di feste raccolte, familiari, lontane dagli eccessi.

La tavola natalizia tra voglia di festa e attenzione al budget

Secondo le stime di Confesercenti, la spesa complessiva per la cena della Vigilia e il pranzo di Natale si attesterà intorno ai 3,3 miliardi di euro, circa il 5% in meno rispetto allo scorso anno. Una contrazione che non cancella il desiderio di celebrare, ma lo rende più misurato.

La Vigilia resta il momento economicamente più impegnativo, con una spesa media superiore rispetto al pranzo del 25 dicembre, ma in entrambi i casi cresce la quota di chi cerca di contenere i costi, puntando a restare sotto i 30 euro a persona. Nel complesso, il budget medio per i due appuntamenti si aggira intorno ai 119 euro, in calo rispetto al 2024, segnale di una prudenza sempre più diffusa legata all’erosione del potere d’acquisto.

Tradizione, offerte e scelte più razionali

A guidare le scelte resta la tradizione gastronomica, spesso declinata in chiave regionale: pesce per la Vigilia, carni per il pranzo di Natale, dolci classici affiancati da specialità locali. Ma il modo di fare la spesa è cambiato. Si cercano qualità e prodotti identitari, senza rinunciare al confronto dei prezzi e alle offerte. L’inflazione alimentare degli ultimi dieci anni ha inciso profondamente: a parità di spesa nominale, il potere d’acquisto si è ridotto e le famiglie rispondono con acquisti più razionali, quantità misurate e attenzione agli sprechi. Il risultato è un Natale fedele ai riti e ai sapori, ma vissuto con maggiore consapevolezza economica, lasciando un margine di sicurezza in vista dei mesi successivi.

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