Capita spesso di iniziare un percorso con entusiasmo: iscriversi in palestra, iniziare a leggere un nuovo libro, avviare un corso di formazione o decidere di smettere di fumare. L’inizio è carico di energia e speranza, ma a volte la costanza si spegne e subentra l’abbandono. Perché succede? Non è pigrizia pura: dietro questo comportamento si nascondono meccanismi psicologici ben precisi.
Ogni nuovo progetto attiva nel cervello un forte rilascio di dopamina (l’ormone del piacere e della motivazione) legata all’attesa della novità e della ricompensa. È quella spinta iniziale che ci fa sentire capaci di tutto. Ma questa energia è spesso temporanea: senza un piano concreto, la motivazione iniziale si esaurisce.
Molti obiettivi falliscono perché spesso fissiamo traguardi troppo ambiziosi: andare in palestra cinque volte a settimana, leggere un libro ogni dieci giorni, smettere di fumare “da un giorno all’altro”, cambiare radicalmente stile di vita. Quando la realtà non corrisponde alle aspettative e i risultati non arrivano subito, la frustrazione prende il sopravvento e si molla.
Il cervello umano ama la routine, è programmato per conservare energia e mantenere ciò che conosce.Per questo le vecchie abitudini resistono al cambiamento: richiedono meno sforzo cognitivo.
Cambiare comportamento significa “riprogrammare” automatismi consolidati: non è un processo immediato. Ecco perché smettere di fumare, introdurre l’allenamento o leggere con costanza è così difficile: serve sostituire vecchie abitudini con nuove, non solo fare forza di volontà.
Gli impegni quotidiani spesso lasciano poco spazio alle nuove attività. Tuttavia, la stessa quotidianità può diventare alleata: inserire un allenamento breve al mattino, leggere 10 pagine prima di dormire, usare il tragitto in metro per studiare, fumare una sigaretta in meno ogni 2/3 giorni. È nell’integrazione graduale che nasce la costanza.
Un suggerimento:
⁃ Iniziare in piccolo: obiettivi concreti e sostenibili, che permettono di accumulare piccoli successi.
⁃ Creare un rituale: associare il nuovo comportamento a momenti ricorrenti della giornata.
⁃ Monitorare i progressi: registrare i risultati, anche minimi, rinforza la motivazione.
⁃ Accettare le cadute: un imprevisto non è un fallimento, ma parte del processo di cambiamento.
⁃ Cercare supporto: condividere il percorso con altri aumenta l’impegno e riduce la solitudine.
In conclusione, non è importante quante volte ricominciamo, ma quante riusciamo a portare avanti. Non serve forza di volontà infinita, ma metodo, pazienza e la capacità di creare nuove abitudini. In questo modo i buoni propositi diventano risultati concreti.
A cura di Vincenzo Ceravolo
