La vicenda giudiziaria
A Roma è in corso un processo che vede protagonista L., una badante residente a Monterotondo, accusata di circonvenzione di incapace ai danni di un anziano nato nel 1932. L’uomo, vedovo e senza figli, era stato accudito da L. per oltre vent’anni e con lei divideva la quotidianità.
Le accuse e i conti bloccati
L’inchiesta è partita dopo la segnalazione di un impiegato postale insospettito da un prelievo di 20mila euro. Secondo gli inquirenti, l’anziano avrebbe effettuato prelievi settimanali tra giugno e ottobre 2020 per circa 6mila euro al mese. Ex funzionario delle Ferrovie, l’uomo disponeva di risorse consistenti: oltre 350mila euro su un conto corrente, un altro conto presso un diverso istituto bancario e un appartamento di proprietà.
Il ruolo di L.
Quando il tribunale ha disposto il blocco dei conti, per sei mesi è stata L. a provvedere alle necessità dell’anziano, pagando medicine, spesa e pulizie di tasca propria. La donna ha raccontato di aver lavorato per l’uomo e la moglie senza contratto dal 2000, partendo ogni giorno da Monterotondo per raggiungere la sua abitazione a Roma.
Gli elementi emersi nelle indagini
Nel corso delle verifiche sono emersi anche una polizza da oltre 300mila euro e un testamento olografo a favore di L., di cui – secondo le sue dichiarazioni – non era a conoscenza. L’anziano soffriva di un progressivo deficit cognitivo, accertato da uno psichiatra incaricato dal tribunale.
Il processo in corso
Un fratello dell’anziano, residente a Firenze, si è costituito parte civile. Spetterà al giudice stabilire se L. abbia realmente approfittato dell’uomo o se, al contrario, abbia continuato a occuparsi di lui nonostante le difficoltà. Nell’ultima udienza L. è scoppiata in lacrime dopo aver appreso la notizia della morte dell’ex datore di lavoro, avvenuta a luglio.
