Il giorno 3 Aprile 2024, nel Liceo scientifico G. Peano, si è tenuto un seminario sulla conservazione e il restauro dei beni culturali. L’incontro, che rientra nel progetto “adotta un paese terremotato”, è stato condotto dalla restauratrice, architetto Stefania Di Marcello.

L’architetto si è occupata di recuperare i frammenti degli affreschi nella Chiesa di Santa Maria in Pantano. Questa chiesa, la quale si trova ai piedi dei Monti Sibillini, nel comune di Montegallo (AP), individua una meta per viaggiatori, viandanti, pastori e mietitori. Il 24 Agosto 2016, un terremoto di magnitudo 6.0 fece tremare Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio, distruggendo la Chiesa di Santa Maria in Pantano e, con essa, gli affreschi di Martino Bonfini. La restauratrice, dopo una breve introduzione tecnica riguardante la planimetria dell’edificio, ha illustrato il lavoro che lei e le forze dell’ordine hanno fatto per mettere in sicurezza le strutture e i beni culturali. Durante la conferenza, Stefania di Marcello si è lasciata, più volte, trasportare dai ricordi e dalle emozioni che quei momenti hanno provocato in lei. In particolare, è stato interessante, quando ha detto: “Lavorando con i carabinieri, i vigili del fuoco e in generale tutte le persone che prestano primo soccorso alle opere d’arte, si cresce e tocca il cuore”.

Il loro primo obiettivo è stato quello di liberare la strada che porta alla chiesa per permettere maggiore sicurezza sia ai lavoratori sia alle opere d’arte. Uno degli ostacoli più grandi che ha dovuto affrontare, è stato il troppo poco tempo infatti le è stato detto:” limitati a lavorare entro fine Agosto perché il clima cambia e i materiali di restauro non tengono le prestazioni”.
Il metodo che viene utilizzato per far “rinascere” queste opere è stato ideato da Cesare Brandi in seguito alle distruzioni dovute ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Secondo questa pratica, si utilizzano solo materiali facilmente reversibili in ogni momento: in primo luogo bisogna mettere in sicurezza l’area e vanno recuperati i frammenti di affresco, poi bisogna raggrupparli e “vagliare” dalla periferia del cumulo verso l’interno. L’esperta ci ha poi spiegato la differenza tra la tecnica dell’affresco e la tecnica a secco: la tecnica dell’affresco non permette lentezza, l’intonaco va steso ancora fresco, mentre la tecnica a secco comprende lo stemperamento del pigmento (solitamente con uovo, grasso o colla) e resiste meno nel tempo.

In conclusione Stefania di Marcello ha voluto, con questo corso, sensibilizzare gli studenti del Peano al cercare sempre di restaurare e non buttare poiché senza questa faticosissima disciplina molte delle opere d’arte che ammiriamo oggi non ci sarebbero. La dottoressa Stefania di Marcello ha voluto concludere il suo intervento dicendo: “Il patrimonio non è di chi c’era, non è nostro e non sarà di chi verrà dopo di noi, il patrimonio è di tutti”.
Articolo di Asia Zarra, fotografie di Francesca Liguori


