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La Chiesa di S. Antonio Abate a Mentana: storia e trasformazioni di un antico edificio in cascina

di Sara Petrino

Questo articolo esplora la storia della Chiesa di S. Antonio Abate a Mentana, una delle due antiche archipresbiteriali della città. Attraverso l’analisi di documenti storici e visite pastorali, si traccia l’evoluzione di questa chiesa e il suo ruolo nella comunità di Mentana. Si discutono le relazioni con altre chiese e gli eventi che hanno portato al declassamento della Chiesa di S. Antonio Abate a “ecclesia campestri”. Si esplorano anche le controversie legate alle donazioni e il deterioramento dell’edificio nel corso dei secoli. Nonostante la scomparsa della chiesa stessa, la festa di S. Antonio Abate continua ad essere celebrata e rimane una tradizione significativa per la comunità locale.

La Chiesa di S. Antonio Abate, insieme alla Chiesa dei SS. Martiri Primo e Feliciano, rappresentava una delle antiche archipresbiteriali di Mentana. Attraverso documenti storici e visite pastorali, è possibile tracciare la storia di questa chiesa e il suo ruolo nella vita della comunità mentanese.

La ricerca partì dal dott. S. G. Vicario, e si basava sull’analisi di documenti storici, in particolare visite pastorali e registri parrocchiali, che forniscono informazioni preziose sulla storia della chiesa.

Origini e Rilevanza Storica

La Chiesa di S. Antonio Abate è menzionata per la prima volta in una visita pastorale del 1343, confermando l’importanza della via Nomentana come percorso antico anche se la chiesa stessa era stata costruita molti secoli dopo la nascita del borgo di Mentana. La chiesa di S. Antonio Abate ha sempre mantenuto una certa importanza, nonostante il suo ruolo di chiesa parrocchiale sia stato sostituito dalla Chiesa di S. Nicola nel XV secolo.

Munificenza e Controversie

Camillo Orsini, signore del feudo di Mentana nel XV secolo, donò generosamente alla Chiesa di S. Antonio Abate assegnandola all’Ospedale di Mentana. Tuttavia, la soppressione dell’ospedale modificò lo status delle donazioni degli Orsini, generando controversie e vertenze relative al beneficio ecclesiastico.

Declassamento e Deterioramento

Nel corso dei secoli, la Chiesa di S. Antonio Abate ha subito un progressivo deterioramento e ha perso la sua importanza nella comunità.

Nel 1852, l’edificio stesso è stato descritto come scomparso, inghiottito da una colata di cemento. La sua memoria storica è stata in gran parte persa, ma la festa di S. Antonio Abate continua ad essere celebrata come una tradizione significativa per la gente del luogo.

Tuttavia, dalle carte recentemente emerse nell’Archivio storico Comunale di Mentana, si evince che la “chiesetta” doveva ancora esistere almeno fino agli anni Venti del Novecento, e che venne trasformata in “cascina” :

“…rilevasi dal Catasto (1880)ancora in vigore, il terreno con relativo fabbricato (parte vecchia) sito in località S. Antonio è di proprietà del Comune di Mentana. Abusivamente l’amministrazione della Casa Borghese ne prese possesso. Trasformò l’esistente chiesetta di S. Antonio in cascina, che tenne .. qualche anno… e quindi l’affittò prima al fu Giuseppe Rossi e quindi al Riganelli Giovanni.

L’Ing. Rossi, amministratore della Casa Borghese, finì ..a venderla a questi nell’anno 192? (1927?) ma non potendo garantire la (…)”.

Ed è qui che l’ing. Zurullo di Palombara fece la ripartizione in due lotti: uno assegnato al Riganelli e l’altro a Ernesto Gualdi (costruttore, vedi: ASCMentana).

“E’ da notare che in seguito alla negligenza del Guidarelli non essendo stata vidimata? la cascina di quella parte di terreno in parola concessa al Gualdi Enesto, ora, una frazione di terreno in vocabolo Rimessa rimasto in proprietà del Gualdi e da questi venduto al Riganelli, non ha più possibilità di comunicare colla pubblica strada”.

Insomma, che in questo luogo centrale della città di Mentana, ci fosse una chiesetta dedicata a S. Antonio (piccola come quella del Convento dei cappuccini di Mentana), è un fatto noto a ricercatori e appassionati di zona ( Biblioteca Comunale Carlo Magno di Mentana – S. G. VICARIO, Nomentum, Lamentana, Mentana  – 1999)

tuttavia, a mio avviso, non era stata ancora segnalata la sua lenta trasformazione in cascina, negli anni Venti del Novecento, i passaggi di proprietà.

Per approfondire sul tema, puoi trovare nella Biblioteca comunale di Mentana e archivio nella stessa Biblioteca:

BIBLIOGRAFIA

Archivio Storico Comunale di Mentana, Sez. Postunitaria, s. III (contratti, licenze commerciali e cause), b. 48. f. 85;

VALENTINI A., Da Nomentum a Mentana, Mentana, 1999, pp. 99-100;

VICARIO S. G., Nomentum, Lamentana, Mentana, Ist. Poligrafico e Zecca Dello Stato- Archivi Stato, 1999, pp. 76-77;

PETRINO S., Il potere delle fonti orali: il Conventino di Mentana, in “I Quaderni di Arcipelago”, 2020;

Sara Petrino

Eterna creativa e ispiratrice, punto sulla cultura e il digitale. Diplomata in Rilievo e Catalogazione dei Beni Culturali, Laureata in studi storico-artistici (triennale) e in Storia dell’Arte (magistrale) presso La Sapienza di Roma. Oggi responsabile dell’Archivio Storico Comunale di Mentana e Caporedattrice IlTerritorio.net

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