Con l’arrivo dell’autunno, la Sabina inaugura la campagna olearia 2025, uno dei momenti più attesi dell’anno. Da queste colline nasce l’olio extravergine di oliva Sabina DOP, riconosciuto a livello europeo dal 1996 e prodotto da cultivar autoctone come Carboncella, Raja, Leccino e Frantoio. Ogni annata porta con sé nuove sfide e opportunità. A parlarne è l’agronomo Camilla Petrucci, presidente Coldiretti Giovani Impresa Lazio.
Rese migliori e olio di qualità
«Noi olivicoltori veniamo da una campagna olearia senza precedenti, con tante olive ma rese basse» spiega Petrucci. «Quest’anno invece abbiamo delle rese che già a inizio ottobre stanno dando ottimi risultati: avremo grandi quantità di olio, ma soprattutto di alta qualità. Ci aspettiamo infatti un extravergine abbondante ed equilibrato».
Il peso del cambiamento climatico
L’agronomo sottolinea l’impatto delle condizioni meteorologiche. «Il cambiamento climatico ormai ci obbliga a organizzare sistemi di irrigazione. L’Italia è uno dei paesi che non capta l’acqua piovana, inoltre nel nostro territorio non esiste più la gestione dei fiumi e ci sono affluenti che sono stati abbandonati. Il territorio, ad oggi, è salvo solamente grazie agli agricoltori».
Tradizione e innovazione tecnologica
Secondo Petrucci, l’innovazione può sostenere la tradizione. «Oggi strumenti digitali e intelligenza artificiale aiutano a gestire meglio le aziende. Ad esempio, la piattaforma DEMETRA, il gestionale creato da Coldiretti per i propri soci, permette un controllo più efficiente, evitando sprechi e migliorando la sostenibilità, senza rinunciare alla tradizione. Si tratta di una piattaforma che permette di avere una panoramica a 360 gradi della propria azienda».
Il valore del disciplinare Sabina DOP
Il rispetto delle regole di produzione resta centrale. «Il nostro territorio è forte, soprattutto grazie alla presenza del Consorzio e al lavoro che è stato svolto negli anni. Il disciplinare poi garantisce qualità e identità: questo permette di avere anche un prezzo più alto. Ma attenzione: non tutti gli oli della Sabina sono DOP, bisogna sempre controllare il bollino».


