Natale, In vino gustus: come scegliere il vino senza errori

Natale, In vino gustus: come scegliere il vino senza errori

Il vino come scelta decisiva nelle feste natalizie

Il Natale è il tempo delle cene e dei pranzi delle feste, delle tavole imbandite e delle bottiglie che si stappano in compagnia. Eppure, proprio quando qualcuno risolve la divisione dei compiti con un rassicurante “porto io il vino”, la scelta si trasforma spesso nel passaggio più delicato dell’intero menu. Un abbinamento sbagliato, infatti, può modificare l’equilibrio dei piatti e incidere sull’esperienza complessiva della cena.

Alla vigilia del 24 dicembre, quando la tradizione del pesce resta centrale, la selezione dei vini richiede attenzione e coerenza. “Vini italiani sicuramente”, afferma all’AGI Stefano Carboni, docente di Sociologia dei Comportamenti e dei Consumi Alimentari presso l’Università di Roma Tor Vergata. Secondo Carboni, con gli antipasti è indicata una buona bollicina, come un Trento Doc, mentre per accompagnare l’intera cena è possibile giocare su tre bianchi provenienti da nord, centro e sud Italia, dal Timorasso piemontese al Verdicchio dei Castelli di Jesi, fino a un Fiano campano anche leggermente invecchiato.

Dalla Vigilia al pranzo di Natale, tra pesce e carne

Sul momento del dolce, Carboni invita a evitare un errore frequente: “Sul dolce, che sia panettone o altro, eviterei di andare su bollicine secche e sceglierei un Moscato d’Asti spumantizzato”, per poi chiudere con un passito di Pantelleria insieme a cioccolato e frutta secca. Una linea condivisa anche da Rudy Travagli, sommelier pluripremiato e direttore dell’Enoteca La Torre a Villa Laetitia, che propone per l’aperitivo un Franciacorta dosaggio zero e, a seguire, vitigni autoctoni come Trebbiano d’Abruzzo ed Etna Bianco, chiudendo con un’Albana di Romagna Passita.

Il 25 dicembre, quando la carne torna protagonista, cambiano anche gli equilibri. “Con gli antipasti potremmo divertirci con un buon Lambrusco”, spiega Carboni, suggerendo poi rossi non troppo strutturati come il Rossese ligure per i primi e vini più intensi come Carignano del Sulcis e Negramaro per i secondi. Travagli, invece, punta su Altalanga brut per l’apertura e su un percorso che comprende Sangiovese di Romagna superiore e Taurasi riserva, sempre restando nell’alveo dei vitigni italiani.

Conservazione, bicchieri e quantità: i dettagli che contano

Oltre agli abbinamenti, un’attenzione particolare va riservata alla conservazione del vino. “I bianchi vanno messi in frigorifero anche qualche giorno prima”, spiega Travagli, mentre i rossi devono essere tenuti in un luogo fresco e al buio, aprendo in anticipo quelli più maturi per favorire l’ossigenazione. Anche la scelta dei bicchieri incide sull’esperienza: Carboni sottolinea che, in un contesto familiare, è possibile utilizzare un unico calice a persona, evitando però flute inadatti e riservando un bicchiere specifico solo per i vini dolci.

Quando si parla di budget, l’esperto invita alla concretezza. Con 100 euro e dieci commensali, “dobbiamo immaginare due bottiglie per ogni etichetta”, spiega Carboni, ricordando che anche con circa 12,50 euro a bottiglia è possibile portare in tavola vini di buon livello, soprattutto affidandosi a enoteche competenti. Infine, se il vino avanza, la regola è semplice: ritappare e conservare correttamente, sapendo che i bianchi durano qualche giorno in frigorifero, mentre i rossi vanno consumati prima.

Bere con consapevolezza per valorizzare la festa

Al centro, resta sempre il rispetto per il vino e per chi lo beve. “Innanzitutto con grande rispetto, ricordando che stiamo parlando di alcol”, conclude Carboni, invitando a degustare con moderazione, assaporando e annusando il vino per coglierne i sentori. Un principio condiviso anche da Travagli, che sintetizza lo spirito delle feste: “Meglio puntare alla qualità più che alla quantità. Bere di meno, ma buono”.

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