Fiano Romano. Morte di Gustavo Checchi: Chiesto il processo per i vertici dell’azienda

Il 14 ottobre 2020, la cittadina di Fiano Romano fu scossa da una tragica e assolutamente evitabile perdita umana. Gustavo Checchi, 67 anni, un lavoratore locale, perse la vita mentre eseguiva lavori su un tetto che si sapeva essere pericolante. La mancanza di misure di sicurezza lo condusse a una caduta mortale da un’altezza di sette metri. Ora, l’atto di accusa è stato presentato e la giustizia sta per compiere il suo corso.

La Procura di Rieti, guidata dal Pubblico Ministero dott. Edoardo Capizzi, ha richiesto il rinvio a giudizio per due individui chiave in questa tragica vicenda: D. L. R., amministratore unico di S. G. Soluzioni Logistiche srl, l’azienda per cui Checchi lavorava, e M. S., socio della stessa società e responsabile della gestione del personale. L’accusa è di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Ciò che rende questa tragedia ancora più sconvolgente è che le prove emerse durante l’inchiesta indicano che la caduta di Checchi non fu affatto un incidente casuale. Invece, gli imputati erano a conoscenza delle precarie condizioni del tetto del capannone e degli obblighi di manutenzione. Nonostante questo, permisero e ordinarono a Checchi di lavorare sul tetto senza alcuna protezione adeguata, causando così la sua morte.

Le accuse dettagliate includono l’omissione di designare un responsabile per la prevenzione e la protezione dei rischi, la mancata preparazione di una valutazione dei rischi aziendale, la mancanza di formazione in materia di sicurezza per il lavoratore e l’omissione di fornire attrezzature idonee per il lavoro sicuro sul tetto. Inoltre, si ritiene che l’accesso al tetto sia stato consentito nonostante le condizioni inadeguate e senza dispositivi di protezione adeguati.

Ma la richiesta di processo non si limita solo agli individui coinvolti. Anche l’azienda, S. G. Soluzioni Logistiche srl, è stata inclusa nel procedimento giudiziario. La Procura sottolinea che l’azienda ha tratto vantaggio dalla mancata adozione delle misure di sicurezza necessarie, ottenendo risparmi sui costi e massimizzando i profitti. Questo vantaggio è stato quantificato nelle spese sostenute per la messa in sicurezza del capannone dopo la morte di Checchi, che ammontano a 95.160 euro.

I familiari di Gustavo Checchi, assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., cercano giustizia e risposte a questa tragedia. Hanno affrontato una dura battaglia legale, inclusa la richiesta di risarcimento danni, che finora è rimasta insoddisfatta. Ora, alla vigilia del terzo anniversario della morte di Gustavo Checchi, sperano che il processo possa portare la responsabilità e la giustizia che meritano.

Fiano Romano. Morte di Gustavo Checchi: Chiesto il processo per i vertici dell’azienda

ilterritorio.net

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